Pensavamo che martedì fosse l’ultima sua rottura annunciata, vista la messa all’ultimo posto dello Ius Soli. La rottura – finalmente – con il Pd. Ieri dalla direzione di Cp è uscito qualcosa di più: Giuliano Pisapia si ritira.

Dopo essere stato «sempre più vicino a Renzi» – così Vespa titolava sugli infissi di «Porta a Porta» – stavolta rompe con l’ex premier. E si ritira. Una litania di abbracci e rotture. Per un leader che si è messo, senza che nessuno glielo avesse chiesto, al centro di un ipotetico fronte di centrosinistra. Molcito, ricercato, ammirato, contattato, in una parola blandito da tutta la sinistra e non solo, Pisapia è passato dalla appartenenza al Prc a una lontananza abissale; dalla vicinanza con Si alla rottura, dalla scesa in campo con Bersani alla fragorosa presa di distanza, per abbracciare il Pd (cioè Maria Elena Boschi).

Nei giorni scorsi è stata rivelata anche una inaspettata «rottura con Alfano». Ora si ritira, e sembra la fine del blandito, troppo blandito, Giuliano.