È durata circa 12 ore l’emergenza provocata dal più grande black out della storia dell’Argentina, che domenica ha lasciato al buio l’intero paese, coinvolgendo persino il vicino Uruguay e alcune regioni del Cile e del Brasile, per un totale di circa 50 milioni di persone coinvolte.

Le polemiche, però, sono destinate a durare ben più dell’interruzione di energia elettrica. Tanto più di fronte alla tardiva reazione del presidente Macri, che ha impiegato sette ore prima di parlare su Twitter di «una falla nella linea di trasmissione del litorale le cui cause sono ancora da chiarire. Si tratta di un caso inedito – ha aggiunto – che sarà indagato a fondo».

Non molto più preciso è stato il ministro dell’energia Gustavo Lopetegui, che, in conferenza stampa, ha ricondotto il black out a un guasto al Sistema di interconnessione tra le centrali idroelettriche di Yacyretá e Salto Grande, escludendo l’ipotesi di un attacco informatico e promettendo indagini esaustive entro 15 giorni. «Si è trattato di qualcosa di molto grave che non sarebbe dovuto accadere», ha detto il ministro, a cui gli argentini non perdonano gli aumenti del gas e dell’elettricità, peraltro concentrati nei primi mesi dell’anno in maniera da limitarne l’impatto sui processi elettorali dei mesi successivi.

Riconoscere la gravità di quanto accaduto era «il minimo che potesse fare», ha commentato l’ingegnere elettrico Andrés Repar, accusando il ministro di non aver dato alcuna spiegazione e puntando il dito sia contro le imprese di elettricità Transener e Cammesa che contro lo Stato. «Questo è ciò che succede quando le imprese non operano al servizio della sicurezza della popolazione, ma solo in funzione del lucro e lo Stato non esercita i controlli adeguati».

Ancora più pesante è stato l’affondo del candidato del kirchnerismo Alberto Fernández, il quale ha rilanciato un video, subito diventato virale, in cui Macri in un programma tv pronuncia una frase che oggi risuona come un terribile autogol: «Se non avessimo alzato le bollette, ora ci troveremmo come il Venezuela: con un black out generale».