Nel fine settimana del 4 luglio negli Stati uniti almeno 150 persone sono state uccise da armi da fuoco nel corso di oltre 400 sparatorie. Eventi che fanno parte di una più ampia ondata di crimini violenti che sta mettendo in crisi le principali città Usa: dall’inizio di quest’anno nella sola New York ci sono state 767 sparatorie che hanno provocato 885 vittime e nel ponte del 4 luglio la città ha visto 26 vittime in 21 sparatorie, da venerdì a domenica.

DA CHICAGO il sovrintendente di polizia David Brown ha definito il 4 luglio «il fine settimana più impegnativo dell’anno». Secondo il suo dipartimento di polizia, 83 persone sono state colpite da proiettili e 14 sono morte, tutte tra le 18 di venerdì 2 luglio e le 6 di lunedì 5 luglio.

Nella periferia di Atlanta, il giocatore di golf professionista Gene Siller è stato colpito a morte in un country club: è stato trovato privo di sensi con «un’apparente ferita da arma da fuoco alla testa» ed è stato dichiarato morto sul posto. Sono state trovate altre due vittime di arma da fuoco.

La maggior parte dei casi, però, sono state sparatorie di massa, termine con cui si identificano episodi in cui quattro o più persone vengono uccise o ferite da colpi di arma da fuoco, escludendo il tiratore.

OTTO PERSONE sono state ferite in una sparatoria vicino a un autolavaggio a Fort Worth, in Texas, a seguito di una discussione tra un gruppo di uomini; quattro bambini sono stati uccisi e una bambina di 6, un ragazzo di 14 e una ragazza di 16 sono stati feriti da un ragazzo di 15 anni armato a Norfolk, in Virginia; 5 morti tra cui 3 minorenni e 8 feriti in una festa di strada a Toledo, Ohio.

La lista è lunghissima. L’ondata di violenza era iniziata anche prima dell’abituale picco estivo di criminalità, lasciando i pezzi grossi della polizia e delle amministrazioni locali, da New York a New Orleans, a lottare per trovare soluzioni attuabili senza aumentare il numero di agenti presenti per strada, mossa che spesso comporta l’impiego di poliziotti alle prime armi impreparati ad affrontare situazioni critiche.

NEL 2020 NEGLI STATI UNITI c’è stato un forte aumento del numero di nuovi acquisti di armi, come misurato dalle statistiche dell’Fbi dal National Instant Background Check System (Nics). Ben un milione di assegni in più al mese nel 2020, rispetto al 2019.

Ciò suggerisce che a causa dei timori derivati dalla pandemia, quello di ammalarsi, ma anche di crisi economica, insicurezza per gli approvvigionamenti alimentari, disordini civili e tutto l’insieme di instabilità socio economica che in Usa si raggruppa sotto la definizione evocativa di «apocalisse zombie», molti cittadini hanno accumulato armi, come fatto con la carta igienica, solo che questo trend non si è fermato.

OLTRE ALLE SPARATORIE intenzionali, i dati diffusi dal BulletPoints Project dicono che le lesioni involontarie da armi da fuoco sono aumentate di quasi il 50% nel 2020 rispetto agli anni precedenti.