Un carro funebre trainato da sei cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto al seguito; milioni di petali lanciati da un elicottero sul quartiere Tuscolano, a sud-est di Roma, che, secondo il comandante della polizia locale, Raffaele Clemente, «potevano mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini, specie di quanti si muovono sulle due ruote»; i vigili intevenuti «per impedire che il blocco del traffico si estendesse anche al raccordo». Tre persone agli arresti domiciliari autorizzate a partecipare alle esequie. Cinquanta euro offerti per celebrare i funerali dai familiari del defunto al parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, don Manieri, che ieri ha ribadito: «Che altro potevo fare? Lo rifarei».

Eppure, durante le sfarzose esequie del capo clan mafioso Vittorio Casamonica, celebrate giovedì mattina a Roma, l’unica irregolarità è stata commessa dal pilota che guidava l’elicottero, un ex dipendente dell’Alitalia la cui licenza è stata sospesa ieri dall’Enac «in via cautelativa», in attesa di accertamenti. Nel frattempo le autorità di assistenza volo (Enav) hanno appurato che il velivolo partito da Terzigno, in provincia di Napoli, con destinazione l’elisuperficie Romanina, ha in realtà poi effettuato «una deviazione non prevista né comunicata» sorvolando una zona che sarebbe vietata agli elicotteri monomotore. Inoltre avrebbe volato a una quota inferiore ai 330 metri che è il minimo legale, lanciando peraltro materiale senza autorizzazione.

Ora tutti si dicono indignati da quella messainscena del potere mafioso. Il prefetto Franco Gabrielli ammette «mancanze» anche «dell’apparato di sicurezza», ma la bufera politica copre la vera ricerca dei responsabili di una lunga serie di errori e omissioni. Spiega Gabrielli che «solo il Questore poteva dare prescrizioni sulla cerimonia», ma sul suo tavolo «non è arrivata alcuna segnalazione in tempo utile». Però Lega e M5S chiedono le dimissioni del sindaco Marino, e i sindacati parlano di «sistema omertoso e connivente». Mentre il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, chiama i cittadini a una manifestazione contro le mafie per «occupare», il 3 settembre prossimo, quella piazza profanata.