Da consumatori a produttori di qualità, fino a diventare un solido punto di riferimento nazionale degli skaters per tutte le fasce di età, dai ragazzini agli adolescenti, fino a qualche sessantenne. Il marchio Milano Centrale, oggi MC, una garanzia per tutti gli skaters, ideato da Joe Onorato, e la conseguente apertura di un negozio, dove oggi lavorano tre ragazzi, dalle parti di Lambrate nella periferia sud est della città, nasce sul piazzale della stazione centrale di Milano, per le caratteristiche della pavimentazione e lo spazio enorme a disposizione diventato raduno tradizionale degli skaters meneghini dal 1996.

Qui, proprio oggi si svolge un meeting internazionale di skaters, il «Go skateboard day wild in the street», che si ripropone il 21 giugno di ogni anno, a partire dalla prima edizione del 2004, evento riconosciuto dall’associazione internazionale degli skaters (Iasc). Il percorso, dopo le esibizioni verso le 15 degli skaters, muoverà dalla stazione centrale e attraverserà le principali vie del centro di Milano per concludersi al parco Lambro, dove una pool (una vasca concava a forma di piscina, ndr) accoglierà gli skaters provenienti da ogni parte d’Europa.

«Durante il corteo nelle vie del centro, blocchiamo il traffico, per renderci visibili, qualche vigile tenta di opporsi, ma lo sanno che il 21 giugno è la giornata degli skaters e ci lasciano passare anche quando c’è il rosso. Siamo la critical mass dello skateboard» dice Dario Gabrielli, un ragazzo di Frosinone che fa lavori stagionali nel settore alberghiero, e nei periodi più intensi dà una mano nel negozio di Joe Onorato, arrotontando il magro bilancio annuale.

Al telefono per fissare l’incontro, annuncia che verrà con la tavola (lo skateboard) per farsi riconoscere, alla latteria dove ci sediamo per prendere un caffè, racconta dei suoi viaggi su e giù per l’Italia e la storia del negozio Theskshop: «Il negozio nasce per dare risposta alle molteplici esigenze tecniche, a Milano mancava un punto di riferimento di qualità, c’erano negozi che vendevano pattini, abbigliamento misto, monopattini, ma non un punto specifico di vendita. Il marchio MC, che sta per Milano Centrale è stato registrato nel 1999 da Giovanni Onorato, uno skater storico, indica lo spot (il luogo, ndr) dove gli skaters hanno iniziato, io e Gianluca lo aiutiamo nei periodo più intensi. Gianluca per arrotondare si arrangia a stampare le magliette per gli skater e quelle per i concerti. Le prime tavole con il marchio MC sono arrivate dall’America nel 2003».

Da allora è stato un susseguirsi di richieste e dal piazzale della stazione centrale con vendita su ordinazione si è passati al negozio. «Effettuiamo due ordini all’anno, arrivano due container dagli Stati Uniti, il luogo dove producono le migliori tavole è la California, gli ordinativi più numerosi ci consentono di risparmiare, inoltre, con gli americani non puoi ordinare 15 tavole, come avviene con qualsiasi altro paese europeo, con loro ne devi ordinare almeno 600» continua Dario Gabrielli. Dopo la chiusura delle scuole, i ragazzi promossi chiedono ai genitori di avere come regalo uno skate e il relativo abbigliamento, il cui costo complessivo va da un minimo di 120 euro in su, la media si aggira intorno ai 150 euro, mentre una tavola di qualità di livello professionale, costituita da sette strati, può costare 80 euro.

Lamentano, gli skaters, la scarsa presenza di piscine sul territorio nazionale, il grosso collegato al nord Italia con qualche sparuta presenza nel centro, poi il deserto. Quelle poche, costruite da assessori in cerca di consenso, il cui costo per ognuna si aggira tra i 15 e i 20 mila euro, non rispondono alle loro esigenze, pertanto sono tutti soldi sprecati, dicono, e si irritano perché quei tecnici preposti agli enti locali non li consultano affatto. «In Italia lo skate è considerato un giocattolo per bambini, nessuno ci prende in considerazione, oltre a Milano, le città che hanno ’scena’ (dove si svolgono altri raduni di skaters, ndr) sono Torino, Roma e Napoli, man mano che dal centro dell’Italia si scende verso il sud diminuisce il numero di skaters, mancano le strutture, le piscine. Gli skaters al sud non sono considerati» – dice Gabrielli – Il boom dello skate si è avuto negli anni ’80 del secolo scorso, il primo spot (luogo) dove si sono radunati è stata la stazione centrale nel 1996.

Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, lo skateboard seguiva le mode dei gruppi giovanili, i punk facevano quello più aggressivo e saltavano dieci gradini, l’abbigliamento era l’espressione del genere musicale cui appartenevano gli skaters, quelli dell’hip hop lo praticavano con il camicione e il cappellino, loro si rifiutavano di fare salti lunghi con lo skate e saltavano solo i muretti bassi. Oggi si saltano anche 20-30 gradini in un colpo e perfino i muretti alti. Prima c’era la tendenza a distinguersi, e a praticare uno skatboard che si differenziava nelle piccole cose, per esempio quelli grange indossavano un certo tipo di scarpe, le Nike, oggi tutti seguono la massa, anche se nella sostanza lo skateboard resta sempre quello». Intanto tra i ragazzini di ultimissima generazione fa capolino il wayboard, la tavola sottile per andare più veloci in città, anche tra loro prevale il modello Renzi. Forse, anche per gli skaters il tempo delle acrobazie sta per finire.