La prima settimana dell’anno nuovo è la perfetta occasione per riflettere su quello che la cinematografia giapponese ha saputo offrire in questo 2021, ma anche per dare un’occhiata su come la produzione visuale nipponica si sia destreggiata tra festival cancellati o spostati online, l’offerta streaming e le sale aperte ma limitate da periodi di emergenza. In un’annata in cui, è bene ribadirlo, benché non sia stato imposto nessun lockdown, alcune restrizioni di orario e di capienza hanno colpito la distribuzione cinematografica in sala, a farla da padrone al botteghino, come sempre più spesso succede nell’arcipelago, sono stati i lungometraggi animati e gli adattamenti da manga di successo. Ai primi tre posti fra i lavori che hanno maggiormente incassato ci sono infatti tre lungometraggi animati. Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time al primo posto è l’ultimo capitolo della tetralogia Rebuild of Evangelion che conclude il lungo viaggio cominciato dal suo creatore, Hideaki Anno, con la serie animata del 1995. Al secondo posto Detective Conan: The Scarlet Bullet, film dedicato al celebre investigatore creato nel 1994 da Gosho Aoyama e i cui lungometraggi animati sono di norma ai primi posti per incasso ogni qualvolta escono. Al terzo posto infine, Belle di Mamoru Hosoda, presentato lo scorso anno a Cannes e che nel riadattare La bella e la bestia è riuscito a mettere insieme successo di pubblico con qualità e successo di critica, collocandosi sul glorioso solco tracciato dallo Studio Ghibli. Studio che in estate ha fatto uscire il suo ultimo lavoro, Earwig e la strega diretto da Goro Miyazaki, aspettando il lungometraggio dal padre Hayao, da pochi giorni ottantunenne, che dovrebbe uscire tra il 2022 e il 2023. Il film era già stato trasmesso a fine 2020 sulle televisioni del Sol Levante, ma è stato fatto comunque uscire nelle sale, e ha purtroppo confermato che si tratta di un esperimento non riuscito.
Tornando al botteghino, il solo film non giapponese fra quelli che più hanno incassato nel 2021 è Fast & Furious 9 che, il caso vuole, si è classificato al nono posto. Fra i lavori giapponesi campioni d’incasso merita una menzione speciale Rurouni Kenshin: The Final, il quarto capitolo dei cinque lungometraggi, l’ultimo uscito anch’esso nel 2021, che traspongono sul grande schermo le vicende create sulle pagine a fumetti da Nobuhiro Watsuki. Il regista Keishi Otomo conclude così con due uscite in uno stesso anno l’ottima cinquina di film d’azione, fra i più validi lavori di genere tra quelli usciti in questi ultimi due decenni in Giappone.

SUL VERSANTE cinema autoriale, se mai questa distinzione abbia ancora senso, il 2021 è stato senza dubbio l’anno che ha lanciato nell’olimpo festivaliero Ryusuke Hamaguchi, prima con Il gioco del destino e della fantasia, presentato a Berlino, e poi soprattutto con il successo planetario di Drive My Car che, dopo il debutto a Cannes ed altri eventi festivalieri, è stato votato da più parti come uno dei migliori film dell’annata trascorsa.
Per quanto riguarda il panorama dei festival, alcuni si sono svolti in presenza, come il Tokyo International Film Festival, ma molti hanno deciso di spostarsi online, fra questi uno dei più interessanti, anche se poco conosciuto, si è rivelato il Skip City International D-Cinema Festival. Sono stati presentati lì alcuni film di autori emergenti come Residence of Alice di Keiichiro Sawa, il non riuscitissimo ma originale Song for Laurel di Takumi Habuto e soprattutto l’animazione artigianale Battlecry di Yanakaya e Journey Beyond the Night di Takayuki Kayano, un horror sui generis molto coinvolgente.

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