Non sarà un’estate di riposo, quella dei 6 mila dipendenti Ikea. Le tute gialloblu discuteranno in assemblea le proposte della multinazionale svedese, dopo che l’ultima trattativa è saltata, e torneranno a scioperare per 24 ore. L’azienda tiene il punto, e ha fatto sapere che il negoziato si è interrotto «per una totale indisponibilità del sindacato di entrare nel merito dei temi posti al tavolo per la ricerca di soluzioni condivise». Accusa che Cgil, Cisl e Uil rimandano al mittente: replicano che «il confronto resta in vita» e anzi la Cgil precisa che su almeno due delle quattro proposte messe in campo dal gruppo dell’arredamento i sindacati si erano detti pronti a trattare, e che soltanto una è e resta irricevibile.

In una nota dettagliata, la multinazionale ha descritto la sua ricetta per un accordo, spiegando che «già nell’incontro del 22 luglio Ikea, accogliendo le istanze del sindacato, aveva rimodulato le proprie proposte come segue: 1) T.I.M.E. (Trovare Insieme il Migliore Equilibrio), ovvero un innovativo sistema di gestione dei turni, che offre la possibilità ai collaboratori di partecipare alla scelta dei propri orari di lavoro, con l’obiettivo di raggiungere una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro; 2) un premio aziendale rimodulato in due parti di cui una fissa assorbibile e una parte che invece viene erogata a titolo di adesione al sistema di gestione dei turni innovativo di cui al modello T.I.M.E.».

E ancora: «3) una parte di retribuzione variabile e legata a obiettivi di tipo economico; 4) una maggiorazione per il lavoro domenicale, uguale per tutti i collaboratori, con percentuali che variano dal 40% al 70% in relazione al numero di domeniche lavorate; 5) una maggiorazione per il lavoro festivo dal 50% al 70% in relazione al numero di giornate festive lavorate; 6) la disponibilità di Ikea a migliorare l’attuale sistema di welfare».

«Contestiamo assolutamente l’accusa che avremmo detto no su tutto – protesta Giuliana Mesina, segretaria nazionale Filcams Cgil – Al tavolo con Ikea ci siamo detti disponibili a trattare sul “Time” e sul premio di partecipazione variabile, lo One Ikea bonus program che l’azienda applica già in altri Paesi. Sulle domeniche e festivi abbiamo detto che le cifre sono ancora troppo basse, ma che si può discutere per migliorarle. Abbiamo posto una sola pregiudiziale, chiedendo che sia tolta dal tavolo la proposta sul premio aziendale. Si parla di 60 euro fissi già riconosciuti nell’integrativo che Ikea ha disdetto unilateralmente, e che l’azienda per un verso vuole rendere variabili, rendendoli quindi più aleatori, e per l’altro “assorbibili” negli aumenti del contratto nazionale, quando e se mai ne siglerà uno. Si deve sapere infatti che è dal 2011 che Ikea non applica aumenti da contratto nazionale. Infine, questa voce incide solo per l’1,9% sul costo del lavoro. Noi siamo per tornare a trattare, ma su basi nuove, e presto presenteremo le nostre proposte».