Il bollettino del giorno relativo all’epidemia di Covid-19 riporta 43 vittime e 329 nuovi casi positivi registrati nella giornata di ieri. Il cliché si ripete: 15 regioni su 20 registrano al massimo due casi, mentre i tre quarti del totale provengono dalla Lombardia, dove il rapporto tra tamponi eseguiti (circa 12 mila) e nuovi positivi rimane costante al 2%. Significa che nella regione il virus circola e per trovare nuovi casi basta cercarli. Eppure, l’assessore al welfare Giulio Gallera difende ancora l’operato regionale.

Un’inchiesta del Fatto Quotidiano ha rivelato che dopo quelli della Val Seriana altri dieci comuni tra Lodi e Cremona sarebbero dovuti diventare «zona rossa», ma a causa dei rimbalzi di responsabilità tra regione e governo non se ne fece nulla. «Il presidente Fontana, in conferenza con la Presidenza del Consiglio, aveva proposto una cintura di sicurezza di 22 Comuni attorno a Codogno e Castiglione d’Adda – Dice Gallera – Il Governo ne accoglieva 10». Nuovo materiale per l’inchiesta della procura? «Temo che si sia visto ancora poco», chiosa il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Ma da Milano non arrivano solo brutte notizie. Al San Raffaele è stato sperimentato un anticorpo monoclonale denominato «mavrilimumab» su pazienti in respirazione assistita ma non intubati. Nel gruppo di pazienti che ha ricevuto il farmaco non sono stati registrati decessi a un mese di distanza, mentre nel gruppo di controllo, che ha ricevuto le cure standard, la mortalità è arrivata al 27%. Lo afferma una ricerca pubblicata su Lancet Rheumatology. Il farmaco è stato efficace anche nei tempi di guarigione e nel miglioramento dei sintomi.

Tuttavia, come scrivono gli stessi ricercatori, lo studio ha riguardato pochi pazienti: 13 pazienti hanno ricevuto il farmaco, e 26 hanno composto il gruppo di controllo. Inoltre, l’assegnazione dei pazienti non è avvenuta in maniera casuale, come si usa nelle sperimentazioni più rigorose, e questo potrebbe aver influenzato i risultati della sperimentazione.