Chiamiamolo decreto contraddizione, quello che doveva tutelare la «dignità dei lavoratori e delle imprese» e ha scontentato gli uni e le altre. Nato da una maggioranza che ha annunciato un regalo fiscale a ricchi, benestanti e imprese (Flat Tax) e, allo stesso tempo, vuole mettere al lavoro poveri, precari e disoccupati con un reddito minimo condizionato alla ricerca obbligatoria di un lavoro (il sedicente «reddito di cittadinanza»), il «decreto dignità è stato presentato come la «Waterloo del precariato»e ha scatenato la furiosa reazione di tutti i sindacati, a partire da quelli dell’agroindustria Flai Cgil, Fai Cisl, Uila-Uil.

A SEGUITO dell’ufficializzazione dell’emendamento di maggioranza all’articolo due del decreto, licenziato ieri dalle commissioni lavoro e finanze riunite alla Camera dopo due giorni di estenuanti mediazioni, Ivana Galli (Flai Cgil) ha definito l’estensione dei voucher in agricoltura, turismo e enti locali una misura «indegna e vergognosa. Altro che favorire i lavoratori, le uniche saranno quelle imprese che potranno nascondersi dietro a un voucher. Il 90% del lavoro in agricoltura è stagionale. È indegno pagarlo con i voucher. Sarà impedito ai lavoratori di fruire i diritti alla disoccupazione, alla maternità e alla malattia». Cosa che, invece, avverrebbe con i contratti di lavoro occasionale istituiti dalla legge 96 adottata dal governo Gentiloni per evitare il referendum della Cgil, e recepiti dal contratto nazionale. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha comunicato invece «grande soddisfazione». È la firma della Lega sul «ritorno» dei voucher.

LE COMMISSIONI hanno votato una norma che estende i voucher negli alberghi che hanno fino a 8 dipendenti, la possibilità di utilizzare i buoni-lavoro per 10 giorni dalla loro emissione. Negli altri settori possono essere utilizzati in aziende con massimo fino a 5 dipendenti e per 3 giorni. «L’autocertificazione del lavoratore, insieme all’estensione del tempo di comunicazione all’Inps, spalmando le 4 ore minime di lavoro previste, sono un grave errore» sostiene Onofrio Rota (Fai Cisl). I voucher saranno utilizzabili da lavoratori pensionati, studenti under 25, disoccupati, percettori di sostegno al reddito. La risposta dei sindacati arriverà martedì 31 luglio a Montecitorio dove si replicherà il presidio della settimana scorsa. «Non ci sono parole per il colpo di mano definito in Parlamento con una norma che consente di far assumere studenti facendoli lavorare per due mesi, comunicandolo entro 10 giorni e pagandoli 15 giorni dopo. Le procedure e i contenuti dell’emendamento sono inadeguati per un paese civile e lo spiegheremo ai lavoratori e alle lavoratrici» afferma Stefano Mantegazza (Uila-Uil).

IL DECRETO CONTRADDIZIONE rivela un gioco a somma zero tra un più e un meno precariato. Da un lato c’è una modesta e ingegneristica stretta sui contratti a termine composta da una riduzione dei rinnovi da 5 a 4, della durata da 36 a 24 mesi, introduzione della causale dopo 12 mesi (non segnalarla implica l’assunzione, sono escluse le agenzie di somministrazione); aumento dello 0,5% sui rinnovi dei contratti a termine e a somministrazione; aumento delle indennità per licenziamenti da un minimo di tre a un massimo di 27 mensilità.

MODIFICHE CHE HANNO fatto imbizzarire le rappresentanze d’impresa, abituate dal Jobs Act alla liberalizzazione dei contratti a termine. L’offensiva compatta ha colpito la base leghista di cui il governatore del Veneto Luca Zaia si è fatto portavoce, affinché giocasse di sponda sui Cinque Stelle. C’è stato il fulminante scontro tra Di Maio e Vincenzo Boccia di Confindustria. A quest’ultima il ministro ha scagliato l’accusa, non lieve, di fare «terrorismo psicologico». Per raffredare le acque sono passati in commissione emendamenti che attutiscono gli effetti del turn over dei contratti a termine, un boomerang prima negato con forza (la violentissima polemica contro l’Inps di Boeri e la «manina» che ha inserito la stima di 8 mila contratti in meno), poi nei fatti riconosciuto con lo stanziamento di 300 milioni di incentivi per le aziende che trasformano i contratti a termine in contratto a tempo indeterminato, con un taglio del 10% del costo del lavoro salutato dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia come l’anticipo di una misura («di miliardi») che dovrebbe essere contenuta nella legge di stabilità. L’autunno si preannuncia «caldo». In questo gioco di specchi, alla fine, si potrebbe arrivare al paradosso per cui la norma sui contratti si rivelerà neutra nel saldo tra accensioni e cessazioni dei contratti a termine, mentre quella sui voucher sarà incisiva. Il 13 luglio scorso Di Maio aveva invitato Coldiretti «a scrivere insieme» le nuove norme sui voucher. Ieri la rappresentanza degli imprenditori si è detta soddisfatta.

«INDEGNO» E VERGOGNOSO», i concetti usati dalla Cgil, non si attagliano a una misura presentata, nello schema del governo «populista», come «di sinistra». Se si voleva dare un messaggio «simbolico» per cancellare il Jobs Act, si doveva ripristinare l’articolo 18, mettere la causale dal primo contratto a termine, estendere la subordinazione ai lavoratori digitali, come previsto in una bozza del decreto. I veti incrociati in un governo, forte nei numeri, eterogeneo nella composizione politica, non l’hanno permesso. Il voto alla Camera è previsto entro il 2 agosto. Poi al Senato dal 6 al 10.