I vecchi che hanno due malattie non è che devono avere per forza una terza che li uccide. I bambini, pura natura, non possono stare reclusi con uno schermo in mano. Partiamo da qui. Partiamo dalle case di riposo e dalle camerette dei bambini.

Partiamo dal trovare un modo per piangere tutti assieme i morti inceneriti, i morti di cui ci restano gli occhiali e il telefonino, piccole reliquie di mondo senza Dio. I morti vanno celebrati, va celebrata la loro vita.

E penso adesso alle facce di certi politicanti uguali a come erano un mese prima quando ancora scalpitavano nelle loro beghe mentre la Cina già moriva.

Non abbiamo scampo, non torneremo a nessuna normalità se non mettiamo al primo posto il dolore dei vecchi e l’energia pulita dei bambini, se non scriviamo parole di pietà vera sul quaderno bianchissimo dei morti.

Non c’è Italia, non c’è nazione senza sorrisi e lacrime. Offriamoci cinque minuti di silenzio unanime.

PS: Qualcosa comincia a muoversi. Antonio Decaro, presidente dell’associazione dei comuni d’Italia ha in qualche modo risposto al mio appello con un minuto di silenzio in tutti i comuni italiani a mezzogiorno del 31 marzo (gli avevo mandato il mio promemoria). L’associazione Borghi autentici aderisce all’iniziativa di domenica 29 marzo. Molti sindaci stanno facendo lo stesso. Aspetto un segnale dal Governo…..

E aspetto specialmente ognuno di voi. L’Italia che verrà comincia adesso. Non possiamo fare cose vecchie in una situazione nuova. Basti pensare alla televisione che continua a dare voce alle solite persone, ai soliti programmi. In molti, credo, hanno capito che non basta stare chiusi in casa, quello è il minimo. Bisogna battersi per difendere ciò che questo mondo trascura.