Semaforo verde alla benedizione liturgica delle coppie omosessuali, via libera alla riflessione su eutanasia e suicidio assistito. Il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, concluso ieri a Torre Pellice (Torino) dopo sei giorni di confronto fra 180 deputati e deputate (90 laici, 90 pastori) di cui quasi la metà donne, ha affrontato numerosi argomenti (migrazioni, povertà, dialogo ecumenico, fondamentalismo), ma è sui temi delle «famiglie plurali» e del fine vita che sono state prese le decisioni più importanti.

Nella tarda serata di giovedì è stato approvato a grande maggioranza il documento «Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità» con cui si estende all’intera Chiesa metodista e valdese la benedizione liturgica (il matrimonio non è riconosciuto come sacramento) delle coppie «unite civilmente», comprese quelle omosessuali. In realtà è già dal 2010 che in alcune comunità locali si celebrano le benedizioni delle coppie omosessuali. Proprio allora si decise di avviare una riflessione dell’intera Chiesa per giungere alla redazione di un documento condiviso che, dopo un lungo dibattito sia in centro che in periferia – la questione era controversa anche fra metodisti e valdesi -, adesso è stato approvato.

D’ora in poi tutte le coppie già legate da un’unione civile – questa la novità introdotta nel documento dopo l’approvazione della legge Cirinnà del maggio 2016 – potranno ricevere la benedizione liturgica della propria unione, purché, ovviamente, almeno un componente appartenga alla Chiesa metodista o valdese. «Con questo atto, metodisti e valdesi riconoscono la pluralità di modelli di comunione di vita e di famiglia presenti nella società, sottolineano la necessità della loro accoglienza e del loro accompagnamento, nonché il proprio impegno nella società a favore dell’ulteriore ampliamento dei diritti su questi temi», spiega Paola Schellenbaum, membro della Commissione che ha prodotto il testo. «È un documento che si adatta ai cambiamenti della società ed è passibile di ulteriori miglioramenti, ma abbiamo dato il giro di boa, siamo in una fase che ci consente un riconoscimento di tutte le famiglie, del tessuto affettivo e sociale delle persone», aggiunge il pastore Eugenio Bernardini, riconfermato dal Sinodo moderatore della Tavola valdese.

Al Sinodo è stato presentato un altro documento importante, sui temi del fine vita, elaborato insieme anche ai battisti: «È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante» (il titolo è ricavato dalle ultime parole del teologo Dietrich Bonhoeffer pronunciate prima di essere impiccato nel campo di concentramento di Flossenburg nell’aprile 1945). «Riteniamo che la scelta della morte volontaria possa essere ammissibile in particolari situazioni, seppure solo come caso limite», si legge nel testo, che non apre in maniera indiscriminata all’eutanasia e al suicidio assistito, ma li ritiene praticabili, anche per un cristiano, soprattutto se le cure palliative – che vanno «estese» e «potenziate», proprio per ridurre il ricorso all’eutanasia – si dimostrano poco efficaci. Il documento verrà ora inviato alle singole Chiese locali per la discussione prima di essere restituito al Sinodo per la sua eventuale approvazione il prossimo anno o negli anni successivi. Un iter – lo stesso seguito per il documento sulle «famiglie plurali» – che può apparire lungo e farraginoso, ma che è la conseguenza della “democrazia”- che vige nelle Chiese metodiste e valdesi.

Accolto anche un documento sui «fenomeni migratori» nel quale si critica la «criminalizzazione dell’attraversamento delle frontiere» e si sostengono e si rilanciano i «corridoi umanitari», un progetto che le Chiese evangeliche portano avanti da anni, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, anche grazie ai fondi raccolti con l’otto per mille. I prossimi arrivi sono previsti per il 29-30 agosto a Fiumicino. E sullo Ius soli, il Sinodo ha approvato un ordine del giorno in cui auspica che «il Parlamento proceda ad una rapida approvazione di una legge».

A proposito di otto per mille, la Chiesa metodista e valdese registra una flessione per il secondo anno consecutivo, dopo anni di crescita: i contribuenti che, sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2014, hanno scelto i valdesi scendono a 514.628 (in ogni caso un numero di gran lunga superiore ai circa 30mila fedeli in Italia), quasi 50mila in meno del 2013, quando erano 562mila, e i fondi passano da 37 a 34 milioni di euro. Che, una scelta riconfermata dal Sinodo, verranno impiegati non per il culto ma per progetti sociali, assistenziali e sanitari, in Italia (60%) e all’estero (40%).