I terremotati del Centro Italia torneranno a pagare le rate del mutuo sulle proprie case andate distrutte con le scosse del 2016 e del 2017. Dopo essere passato in Senato prima di Natale, l’emendamento presentato dal Movimento Cinque Stelle è stato stralciato a sorpresa dal Mef e non è mai arrivato alla Camera, questo benché sul punto ci fossero sia l’accordo tra le forze politiche sia le coperture finanziarie. Una mazzata inattesa che cambierà non poco le carte in tavola all’interno del cratere. Il comitato «Mutui sulle macerie» segnala che già alcuni cittadini sono stati avvisati dalla propria banca della scadenza della rata di gennaio, e così in molti si troveranno nella paradossale situazione di dover ricominciare a pagare il mutuo sulla propria casa, anche se questa di fatto non esiste più.

Su 80mila edifici danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, le manifestazioni di interesse a ricostruire sono state 60mila. Tra queste, però, i progetti presentati sono meno della metà (21mila), con i termini definitivi che in teoria scadranno a giugno dell’anno prossimo. Il conto totale dei danni ammonta a 26 miliardi di euro, 14 dei quali, secondo il commissario Giovanni Legnini, sono stati già stanziati: «Una cifra che ci permetterà di lavorare con serenità per qualche anno», ha detto.

I cantieri attualmente aperti sono seimila per un totale di quindicimila unità immobiliari coinvolte. La pur moderata accelerazione sul fronte della ricostruzione è avvenuta soprattutto nel corso del 2021, che ha fatto registrare numeri che sono esattamente il doppio rispetto all’anno precedente. Tra le misure contenute nella legge di bilancio e che riguardano direttamente i terremotati, c’è anche la proroga fino al 2025 del cosiddetto superbonus 110%. Una misura che nelle intenzioni dovrebbe velocizzare ulteriormente i lavori. In realtà, però, adesso a scarseggiare sono le imprese edili, sin troppo cariche di lavoro sia dentro sia fuori il cratere.