La complessità del conflitto siriano è riassumibile in quattro assi, in alcuni casi sovrapponibili: i kurdi godono del sostegno sia di Russia che degli Usa, ma subiscono gli attacchi della Turchia, più volte accusata con Riyadh di supporto a Isis e al-Nusra.

Fronte pro-Damasco: accanto al governo combattono Russia, Iran e Hezbollah, che gestiscono anche milizie irachene e siriane. I territori controllati rappresentano circa un terzo del paese: la costa mediterranea da Latakia a nord fino a Tartus a sud; il confine con il Libano; il centro da Hama alla frontiera con la Giordania, passando per Damasco.

Opposizioni: guidato dall’Hnc, nato all’interno dell’asse Golfo-Turchia e sponsorizzato da Usa e Ue, va dai moderati dell’Esercito Libero ai salafiti di Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam fino a gruppi comunisti e socialisti. Ne fanno parte anche le opposizioni basate a Damasco, accusate di tolleranza verso il governo. Presenti a sud, al confine con Israele, in aree intorno la capitale e a nord ovest fino al confine turco.

Isis e al-Nusra: insieme controllano più di un terzo del paese, da Raqqa al confine est con l’Iraq fino al centro, a Palmira. Attivi a Idlib, dove i qaedisti hanno assunto il controllo quasi totale della provincia, e in Golan, hanno entrambi cellule in tutto il territorio.

Pyd: il Partito dell’Unione Democratica kurdo ha il controllo quasi completo del nord della Siria, lungo tutta la frontiera con la Turchia, da Azaz a ovest fino alla provincia di Hasakah a est.