Uno stillicidio senza fine: giovedì sera sono morti suicida altri due detenuti. Nel carcere di Monza, Siliman Mohamed, 24 anni scarsi, avrebbe finito di scontare la sua pena ad aprile 2023; era sottoposto a misura di «grande sorveglianza» perché aveva problemi di autolesionismo. Nell’ospedale di Rimini è invece spirato dopo giorni di coma Aziz Rouam, classe 1985, marocchino, che si era impiccato il 4 agosto nella sua cella del carcere riminese. Sale così a 50 il numero dei detenuti suicida dall’inizio dell’anno.

L’estate più «drammatica» di sempre. Lo sottolinea il capo del Dap, Carlo Renoldi, che ha deciso per questo di pianificare per il Ferragosto un’iniziativa senza precedenti: «Ciascun episodio interroga le nostre coscienze di uomini e di operatori del sistema penitenziario su quanto è stato fatto finora e su quanto sia ancora necessario fare. Per questo – scrive in una nota Renoldi – insieme ai miei più stretti collaboratori, al vicecapo, ai direttori generali del Dap e ai Provveditori regionali abbiamo avvertito l’esigenza di visitare degli istituti penitenziari anche nel giorno di Ferragosto. Vogliamo portare un segnale di vicinanza all’intera comunità penitenziaria e ribadire riconoscenza al personale in servizio».

E così, per la prima volta, il 15 agosto nelle carceri italiane non andranno in visita solo i Radicali e qualche parlamentare di buona volontà, ma tutti i vertici del Dap con i provveditori regionali: Renoldi visiterà la Casa circondariale femminile e la Casa di reclusione di Roma Rebibbia; a Viterbo andrà il vicecapo Carmelo Cantone; a Palermo Ucciardone si recherà il direttore generale dei Detenuti e trattamento Gianfranco De Gesu, mentre a Messina ci sarà il direttore del Personale e risorse Massimo Parisi; Pietro Buffa, a capo della Formazione e provveditore per la Lombardia, sarà invece a Genova Marassi, e così via, in molti altri istituti del Paese.

Il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, accompagnerà invece il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a visitare la Casa circondariale di Sollicciano, definita ieri da David Ermini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, «un carcere non degno di un Paese occidentale». «Da quando sono diventato vicepresidente del Csm – ha aggiunto Ermini che sarà con loro il 15 agosto – mi sono sempre lamentato del fatto che il Parlamento della legislatura precedente non aveva portato a conclusione la riforma dell’ordinamento penitenziario: è un grave vulnus per il nostro Paese, perché la civiltà di un Paese si misura anche dalle sue carceri».

Ne è convinta naturalmente anche Daniela De Robert, numero due dell’ufficio del Garante nazionale dei detenuti, che considera la decisione di Renoldi «un segnale davvero importante». Per lenire un po’ quel senso di abbandono di cui stanno soffrendo agenti e detenuti. E il pensiero non può che andare alle ultime due assurde morti: «Forse – riflette De Robert – quei due giovani fragili avrebbero avuto bisogno di un’attenzione diversa».