Più peso, più soldi, più mandati: è questo quello che chiedono i sindaci italiani nelle parole del loro presidente, Antonio Decaro. Il sindaco di Bari ha aperto ieri a Parma l’assemblea dell’Anci e ha ricevuto dal presidente della regione Emilia Romagna la prima promessa. «Per quanto mi riguarda uno dei posti del consiglio regionale è a disposizione dei sindaci», ha detto Bonaccini. Proprio Decaro, infatti, aveva chiesto alle regioni di scegliere un sindaco dei loro territori quando a gennaio dovranno indicare la loro delegazione di tre «grandi elettori» da mandare in parlamento per l’elezione del presidente della Repubblica.

L’altra richiesta che fa Decaro, quella di «un progressivo allineamento dell’indennità di tutti i sindaci al trattamento riservato ad altre figure istituzionali», un aumento dello stipendio, sta già trovando una risposta positiva nella legge di bilancio. Dove all’articolo 146 (della bozza) si prevede una spesa di 250 milioni per il biennio 2022-23 e di 220 milioni l’anno a regime per portare l’indennità dei sindaci delle 14 città metropolitane al 100% dell’indennità dei presidenti di regione e all’80% per gli altri 29 sindaci dei capoluoghi con più di 100mila abitanti. Aumenti a scalare sono previsti anche per i sindaci delle città più piccole.

Quanto alla durata del mandato, Decaro dice di «seguire con attenzione in queste ore il dibattito in parlamento sulla possibilità di un terzo mandato dei sindaci perché crediamo sia giusto garantire ai cittadini una guida e un punto di riferimento». In parlamento sono diverse le proposte di legge in questo senso, tutte del centrodestra, ma nessuna è in corso di esame. Decaro però chiede anche che i sindaci siano «considerati al pari di tutti i cittadini che hanno la possibilità di candidarsi al parlamento senza condizioni e vincoli, chiedere a un sindaco di dimettersi sei mesi prima delle elezioni è un paradosso e rischia di apparire come un tradimento». Attualmente i sindaci dei comuni superiori a 20mila abitanti devono dimettersi 180giorni prima delle elezioni o 7 giorni dopo il decreto di scioglimento anticipato delle camere