Giuseppe Cicciù era stato delegato della Fit Cisl, Mario Di Cuonzo era iscritto alla Filt Cgil. Colpiti ancor di più dal fatto che a morire sono stati due macchinisti impegnati nel sindacato, l’annuncio dello sciopero è arrivato dopo poche ore dall’incidente.
«In considerazione dell’estrema gravità dell’incidente e nel rispetto delle vite umane domani ci sarà uno sciopero di due ore di tutti i ferrovieri dipendenti da tutte le aziende di settore operanti sulla rete nazionale e locale a partire dalle 12 ai sensi della vigente normativa in materia», hanno subito annunciato in modo unitario Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast-Confsal, Ugl Taf e Orsa. Confederali e autonomi insieme: non capita spesso in ferrovia.
Si tratta di una sciopero più simbolico che reale: molto probabilmente si limiterà a far suonare le sirene dei treni nello stesso momento o alla partenza. Ma non è escluso che se l’incontro con Fs che avviene alla stessa ora della partenza dello sciopero – le 12 – andrà male, i sindacati proclamino una protesta più forte nelle prossime settimane.
«È terribile – proseguono le organizzazioni sindacali – che facendo correttamente, diligentemente e con professionalità e passione il proprio lavoro si possa perdere la vita ed è ancor di più inaccettabile quando questi eventi si verificano in un sistema tra i più avanzati a livello mondiale dal punto di vista della sicurezza. Siamo stati già convocati dal gruppo Fs domani alle 12 e vogliamo capire, per quanto sarà possibile, la dinamica dell’incidente, dopodichè avvieremo tutte le iniziative del caso», spiegano i sindacati. «Come sempre la famiglia dei ferrovieri si stringe ed è solidale con i familiari delle vittime».
Si tratta del primo incidente mortale sull’Alta velocità, se si esclude quello di Piacenza del 1997 col treno Pendolino con otto morti. Molto diverso dunque dai recenti incidenti di Pioltello, gennaio 2018, e di Andria del 2016.
L’ultimo rapporto dell’Agenzia nazionale sulla sicurezza ferroviaria (Ansf) sul 2018 segnala che sulla rete Rfi sono avvenuti 8 deragliamenti per un totale di 37 vittime (3 morti e 34 feriti gravi). Le vittime registrate sono tutte relative al tragico evento di Pioltello del 25 gennaio 2018. Il confronto con le principali realtà europee nel periodo 2007-2017 mostra per l’Italia valore comunque inferiori alla media dei principali paesi europei. Il dato è però in crescita rispetto agli anni precedenti con 5 deragliamenti nel 2017 (4 su RFI e 1 sulle regionali) e 2 nel 2016. Dagli elementi a disposizione dell’Ansf, i deragliamenti del 2018 sono tutti riconducibili a problematiche manutentive e in particolare dell’infrastruttura. Per questo, l’Agenzia già a inizio gennaio 2018 aveva emesso una specifica circolare rivolta a tutti gli operatori ferroviari richiamandoli all’importanza di una corretta manutenzione, poi impartito ulteriori disposizioni nei confronti di Rfi, definendo azioni immediate a breve e a lungo termine finalizzate ad un riesame complessivo dei processi interni per garantire un efficace presidio dei processi manutentivi di propria competenza.
La sicurezza sul lavoro è una priorità per tutti i sindacati. E ieri va aggiornato il conto delle vittime sul lavoro, la strage infinita, la striscia di sangue che non si ferma. «Nell’incidente ferroviario sono morti due lavoratori e con oggi quest’anno sono già 46 le vittime sul lavoro. Dal 2008 ad oggi i morti sono più di 17mila lavoratori. Si continua a morire su lavoro e si muore come si moriva tanti anni fa. Questo non è più accettabile, dobbiamo perciò investire sulla prevenzione e formare una nuova cultura della sicurezza sul lavoro», ha sottolineato da Bolzano il segretario Cgil Maurizio Landini.