Primo scontro tra Arcelor Mittal e i sindacati. L’annuncio fatto mercoledì scorso dall’azienda che ha rilevato l’Ilva della cassa integrazione per 1.395 dipendenti di Taranto su un totale di 8.200 per 13 settimane ha mandato su tutte le furie Fim, Fiom e Uilm.
Che nell’incontro di ieri pomeriggio alla sede di Confindustria a Roma con il belga Matthieu Jehl, ceo di Arcelor Mittal Italia, hanno contestato metodo – l’annuncio prima di un incontro convocato – e merito – la legittimità della Cig – alla proprietà indiana. E che vogliono far entrare in gioco il governo per far cambiare idea ad Arcelor Mittal facendo da garante sull’accordo sottoscritto al ministero il 6 settembre 2018.
La richiesta è di essere convocati urgentemente al Mise per un incontro istituzionale.
Se Jehl ha cercato di rabbonire i sindacati ribadendo che «si tratta di una misura temporanea che non ha niente a che vedere con la strategia di lungo termine e gli accordi presi» ma di «una scelta difficile, che si rende necessaria a causa delle critiche condizioni del mercato dell’acciaio», parlando addirittura di «situazione drammatica per l’acciaio in Europa per il calo della produzione di auto (-14%) e per i dazi americani e cinesi, i sindacati hanno controbattuto sul tasto del ritardo dell’azienda rispetto all’accordo di settembre.
Per Gianni Venturi, segretario nazionale della Fiom «è statp un incontro insoddisfacente. Alle difficoltà di mercato prospettate abbiamo opposto che a partire dal 6 maggio doveva esaurirsi con la mancata risalita produttiva a 6 milioni di tonnellate. Dopo 30 giorni Arcelor Mittal decide di ricorrere alla cig per 1.400 lavoratori in una realtà dove già sono in cassa integrazione straordinaria 1.700 lavoratori, in ragione di una delicata transizione negli assetti proprietari e produttivi dell’ex Ilva».
La convocazione urgene al Mise riguarda anche «il versante del risanamento ambientale, anche alla luce della prospettata revisione dell’Aia» annunciata dal ministro Sergio Costa.
«Abbiamo chiesto ad ArcelorMittal di rivedere la sua posizione e magari aspettare qualche giorno per avviare la procedura della cig», racconta il segretario generale Uilm Rocco Palombella. «Abbiamo fatto un appello finale: evitate un provvedimento del genere che non trova giustificazione perché avrebbe effetti gravi sulla città di Taranto», ha continuato Palombella.
«Abbiamo evidenziato l’impatto negativo che ha avuto sui lavoratori che vedono nella scommessa Arcelor Mittal un rilancio ma trovano, sebbene in condizioni di mercato inequivocabili, una ulteriore frenata», annota il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò.
«Noi non siamo interessati direttamente – ricorda il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro – ma è ovvio che se questo succedesse a Genova avremmo reagito diversamente perché a Genova c’è un accordo di programma che va rispettato».