«Espunto» il massimo ribasso, confronto tecnico sui subappalto. Cgil, Cisl e Uil incassano da Draghi di togliere dal decreto Semplificazioni la norma più contestata e di discutere la seconda più invisa. Riparte il dialogo con il governo ma restano le critiche. Tanto che il presidio – a partire dal tema dei morti sul lavoro – davanti a Montecitorio previsto per questa mattina è stato confermato.
Che l’incontro sia figlio del pressing di Enrico Letta in mattinata, nessuno lo ammette. Resta il fatto che la convocazione per 16 a palazzo Chigi ai sindacati è arrivata con una sola ora di anticipo, tanto che il segretario generale Cisl Luigi Sbarra – che era a Firenze – non è potuto esserci.

La soddisfazione per vedere esaudita una richiesta espressa da giorni – con annessa minaccia di sciopero sul contenuto del decreto Semplificazioni – non ha però attenuato le critiche che Maurizio Landini, Ignazio Ganga (sostituto di Sbarra) e Pierpaolo Bombardieri hanno espresso a Mario Draghi.

SE IL CLIMA VIENE DA TUTTI definito «buono e costruttivo», i momenti di tensione e frizione non sono mancati. Specie quando i sindacati hanno parlato di «licenziamenti» e il presidente del consiglio ha risposto: «Il tema non è all’ordine del giorno». Landini, Bombardieri hanno voluto ribadire che per loro il decreto Sostegni bis – mediazione o meno di Orlando – non chiude la faccenda e che la loro richiesta di un prolungamento del blocco fino a ottobre va seguita per evitare che i 500 mila lavoratori che perderanno il posto secondo le stime di Bankitalia non troveranno la riforma degli ammortizzatori ad aiutarli.

La riunione è iniziata sul tema della governance del Pnrr con l’impegno di Draghi ad un «coinvolgimento» dei sindacati nel meccanismo «a geometria variabile» messo a punto. Cgil, Cisl e Uil chiedono però di partecipare al confronto con i singoli ministri su ogni singola riforma che il governo ha promesso a Bruxelles, a partire da quella del fisco.

Ma il cuore del confronto è stato sicuramente il decreto Semplificazioni anche per la presenza al tavolo dei ministri più coinvolti nel testo: Giovannini, Brunetta, Orlando.

E QUI È ARRIVATO L’ANNUNCIO solenne di Draghi: «è stato espunto il passaggio sul massimo ribasso» mentre sulla liberalizzazione del subappalto «il confronto si sposta ad un tavolo tecnico che è stato subito convocato per ieri alle 19, presieduto dal sottosegretario Roberto Garofoli – molto sensibile alle richieste liberiste – con i segretari confederali competenti e i segretari delle categorie degli edili, quelle che per prime hanno minacciato lo sciopero sul tema.

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil contestano l’urgenza del tema subappalti – «nel Pnrr si parla di affrontarlo in una legge delega entro dicembre» – e chiedono di limitare sia gli appalti integrati progettazione-esecuzione alle sole opere complesse (su questo Draghi non è stato favorevole) sia il numero delle stazioni appaltanti (e su questo Draghi ha già preso l’impegno nel decreto Semplificazioni). «Abbiamo consegnato le nostre proposte per valorizzare il lavoro – spiega alla fine del tavolo tecnico il segretario Fillea Alessandro Genovesi – vedremo se saranno accolte nel decreto», confermando però che Garofoli vuole alzare la soglia del 40%.

ALL’USCITA DA PALAZZO CHIGI Maurizio Landini riassume così l’incontro, partendo dai licenziamenti. «La mediazione sui licenziamenti per noi non è sufficiente. Lo abbiamo fatto presente, dal governo è stato preso atto di ciò ma non abbiamo avuto ancora una risposta». Sul metodo il giudizio è ambivalente: «Abbiamo ribadito che per noi c’è bisogno che non solo come avvenuto oggi con ritardo, ma su tutte le riforme il confronto diventi una regola e un vincolo esterno, ci sia confronto e negoziazione senza diritti di veto».

Più positivo il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri: «È andata bene, sparisce qualsiasi riferimento al massimo ribasso c’è l’apertura a discutere, sul 40% dei subappalti, su quali possono essere gli elementi qualitativi utili a rafforzare la tutela della sicurezza e della legalità. C’è l’impegni a ridurre le stazioni appaltanti».
Il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga commenta: «Il massimo ribasso era un pericolo per la sicurezza dei lavoratori. Sulla governance del Pnrr da Draghi c’è stata un’apertura a un processo di accompagnamento, valutazione e monitoraggio dei progetti. Noi però continuiamo a chiedere che ci sia una governance multilivello che preveda un confronto in sede ministeriali sui singoli investimenti».