Voci e annunci continuano su Alitalia. Ieri il presidente dell’azienda Montezemolo ha smentito quelle sull’uscita dell’amministratore delegato Cramer Ball che il 22 dicembre scorso aveva preannunciato un nuovo piano di ristrutturazione della compagnia di bandiera con un durissimo programma di tagli, prepensionamenti e licenziamenti dei lavoratori «nei prossimi due mesi». «Notizie infondate» ha detto Montezemolo. Le difficoltà di cassa sono state tamponate dall’intervento di Intesa Sanpaolo e Unicredit per 180 milioni di euro(oltre 60 milioni sono già bruciati). Una situazione che sta mettendo a rischio la posizione di Ball, manager australiano scelto da Ethiad, il socio pesante» di Alitalia con il 49%. Sono in tanti a nutrire i malumori su Ball, da qui le voci su un suo allontanamento, poi smentite. L’incontro con i sindacati, sul piede di guerra, è previsto l’11 o il 12 gennaio. «È inverosimile parlare di migliaia di esuberi, preferirei che Alitalia fosse statalizzata, magari rilevata da Fs» sostiene il segretario generale della Fit Cisl, Antonio Piras. «I numeri che circolano sugli esuberi, che si differenziano da 400 fino a 4 mila unità, non hanno mai trovato conferma – afferma il segretario nazionale della Filt Cgil, Nino Cortorillo – gli azionisti, ed il management che ne è espressione, sono gli stessi che hanno deciso il piano del 2014, rilevatosi fallimentare. Noi vogliamo salvaguardare l’occupazione esistente».