Centomila nuove assunzioni di giovani nel pubblico impiego attraverso il blocco del turn over dei dirigenti e il pensionamento di dipendenti quali infermieri o insegnanti che svolgono mansioni usuranti. È questa la controproposta unitaria che i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e Uil Pa presentano oggi al governo che si appresta a varare i 45 punti della riforma della pubblica amministrazione nel consiglio dei ministri di venerdì.

Nella conferenza stampa convocata ieri a palazzo Valentini a Roma i sindacati hanno presentato una contro-proposta unitaria e non hanno escluso mobilitazioni contro la riforma qualora non venga garantito il rilancio dell’intero comparto e l’occupazione. I sindacati arrivano all’incontro fortemente scettici sulle proposte governative trapelate nelle ultime ore e reclamano «l’avvio di un confronto vero sulla riforma».

Giudicano «ridicola» la proposta di «staffetta generazionale» avanzata dal ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia – comporterebbe a loro dire 5 mila nuove assunzioni e non le 10 mila preventivate. Confidano anche sul fatto che «un neo assunto costa circa la metà rispetto a un impiegato a fine carriera, ancora di più rispetto a un dirigente» hanno detto i segretari Rossana Dettori (Fp Cgil), Giovanni Faverin (Cisl Fp), Giovanni Torluccio (Uil Fpl) e Benedetto Attili (Uil Pa).
I sindacati hanno ricordato il blocco del contratto di lavoro dal 2009 con una perdita di 400 mila posti di lavoro, risultato dei pensionamenti avvenuti negli ultimi dieci anni.

«Noi pretendiamo che, a fronte dei 400mila posti persi in 10 anni, 100mila possano entrare» ha detto Dettori. «Fare la staffetta con 5mila giovani è una risposta ridicola» ha aggiunto Faverin. «Bisogna porre fine al blocco delle assunzioni e lanciare una campagna orientata alla ricerca di nuove competenze professionali e alla gestione di modelli organizzativi innovativi, anche per favorire l’ingresso dei giovani» si legge nella proposta presentata ieri e consultabile sul sito web www.cgilcisluilfp.it. Le organizzazioni sindacali ribadiranno oggi al tavolo con il ministro Madia di non essere contrari ad una riforma della P.A., ma a condizione di non praticare nuovi tagli e soprattutto di sbloccare i contratti che invece il governo vuole tenere congelati fino al 2014. «Per questo chiediamo l’apertura di una nuova stagione contrattuale». Per il momento Madia ha risposto aggiungendo ai 44 punti un altro sul rinnovo del contratto del pubblico impiego.

«La soluzione non è “meno Stato” – si legge ancora nella proposta unitaria – ma da uno Stato e una P.A. rinnovati e migliori». Per i sindacati il decentramento adottato dalle ultime riforme della P.A. è fallito. Ha moltiplicato enti e società partecipate da 1800 nel 1997 alle attuali 7700, provocando danni immensi alla spesa pubblica e la moltiplicazione del lavoro precario. I sindacati chiedono «una nuova scrittura del Titolo V della Costituzione, ridefinire le competenze dello Stato e delle regioni» ha sostenuto Dettori. Questo sarebbe anche il presupposto per un «modello aggiornato di welfare territoriale» inteso come leva dello sviluppo locale. «Dopo i fatti dell’Expo di Milano e del Mose a Venezia – ha aggiunto Dettori – una funzione pubblica trasparente è un atto dovuto del governo rispetto ai cittadini. Per fare questo bisogna però ridare dignità al lavoro perchè è attraverso il nostro lavoro che passa la legalità».

Secondo le bozze della riforma, gli statali verranno sottoposti ad una mobilità interna, anche tra i comporti. Avverrà anche senza il loro assenso. Gli spostamenti avverranno entro limiti chilometrici precisi dal luogo di residenza, mentre lo stipendio verrà garantito. I bonus ai dirigenti verrano agganciati all’andamento del Pil (stimato ad un utopico +1,3%). Dovrebbero saltare le proposte di esonero dal servizio con il 65% dello stipendio ed essere rivisto il turn over oggi bloccato al 20%. L’Usb, sindacato di base del pubblico impiego, ha già proclamato lo sciopero generale il prossimo 19 giugno.