«Supponiamo che la nostra sia a tutti gli effetti una specie animale». Ecco, supponiamo come invita a fare il senatore Lucio Malan e ascoltiamo finalmente il dibattito sulle Unioni civili – solo dibattito perché prima del Family day non si vota. Il disegno di legge Cirinnà è arrivato nell’aula del senato giusto per un giro di opinioni sulle pregiudiziali. Un festival per i contrari che è solo l’inizio visto che – lo ha spiegato su twitter il senatore Formigoni, stanco ma felice – «abbiamo sventato il colpo di mano: volevano farci parlare in un’aula vuota».
Purtroppo qualcuno ha parlato. Abbastanza da far rimpiangere l’esorcista di Potenza che su Youtube sta spiegando come le unioni civili siano «la battaglia finale tra la Madonna e Satana». Oppure la vecchia professoressa di biologia. Malan (ex insegnante di liceo, un tempo leghista ma da tempo berlusconiano) è partito con qualche informazione da sussidiario del dopoguerra: «La presenza non soltanto della madre ma anche del padre permette che la nostra specie abbia una possibilità di sviluppo maggiore, con un cervello più grande degli altri animali rispetto alla nostra statura». Poi però è passato alle urla: «Voi volete comprare i bambini! Stiamo introducendo lo schiavismo dei bambini!».
Dietro di lui gli altri e nei casi migliori non si capiva niente. Come ascoltando il senatore Compagna, altrimenti storico, avventurarsi nella «incestuosa sovrapposizione di nuclei diversi per fruitori diversi tra di loro per sesso». Non sappiamo dire se a ispirare i senatori contrari al disegno di legge Cirinnà – tutti maschi gli intervenuti, con una sola eccezione – sia stata più l’ignoranza, l’obbedienza, magari la paura o persino una certa pruderie. Come quando il senatore Giovanardi ha cercato di sollevare un problema «tecnico». E cioè: «Mentre il matrimonio è nullo se non è consumato, non si riesce a capire bene chi vada a stabilire che tipo di rapporto c’è tra coloro che stipulano le unioni civili».

Che tipo di rapporto? Giovanardi è curioso, e nel frattempo pur di opporsi al disegno di legge Cirinnà si è scoperto difensore implacabile della lettera costituzionale, attento esegeta delle sentenze della Consulta e perfino severo custode dei conti pubblici – stiamo parlando del sosttosegretario di Berlusconi a palazzo Chigi. Più di tutti, però, il senatore resta un uomo del nostro tempo che conosce la società in cui vive. Altrimenti come farebbe a preoccuparsi delle vere vittime delle unioni civili: «Due vedove che vivono nella stessa casa, il parroco e la perpetua» oppure «due memores domini» (uno si chiede chi sono, non immaginando che la risposta stia seduta accanto a Giovanardi: Formigoni).
La senatrice Stefani, unica donna intervenuta, è stata forse l’unica a non esagerare. Però il suo avvertimento, cuore in mano, alla maggioranza ha voluto lanciarlo: «Non potete creare voi, solo perché avete i numeri, istituti che nulla c’entrano con il nostro essere naturale». Assai più forte il collega leghista Centinaio, convinto che a questo punto tanto varrebbe «legalizzare la poligamia» per «gli amici extracomunitari di Renzi che sono arrivati in Italia».
Ma sul «naturale» si è speculato assai. L’ha fatto per esempio il senatore del gruppo dei «fittiani» Francesco Bruni, che ebbe un quarto d’ora di celebrità come sindaco di Otranto celebrando i «martiri salentini» trucidati dai turchi, ed è rimasto affezionato al Medioevo e dunque ha parlato della coppia omosessuale come «una condizione che è una variante del comportamento sessuale umano». Peggio di lui, forse, il senatore Giuseppe Francesco Maria Marinello, odontoiatra di Sciacca adesso arruolato con Alfano, intervenuto con sapienza medica. E capace di spiegare che la famiglia omogenitoriale altro non è che «una negazione biologica, culturale, antropologica e simbolica». Ma soprattutto «anatomica».
Per ascoltare qualche difensore della legge sulle unioni civili bisognerà aspettare la prossima settimana. Perché ieri i senatori del Pd e dei 5 Stelle hanno parlato d’altro, a fine seduta. Come ha fatto il grillino Ciampolillo, che ha colto l’occasione per denunciare le caramelle «prodotte con la gelatina di maiale» che si possono trovare «sui banconi dell’Ikea». Proprio Ikea – bestia nera del senatore Giovanardi per la pubblicità con la famiglia di due papà – che nel frattempo annunciava un contro Family day nei suoi negozi, domani: «Qualunque sia la tua idea di famiglia se ami qualcuno non c’è bisogno di istruzioni». Oddio, per i senatori forse sì.