In perfetta sintonia con la programmazione della scorsa primavera su Sky della terza stagione di “Twin Peaks”, l’editore napoletano Kairós ha pubblicato un agile e avvincente volumetto (pp. 92, euro 12) dedicato a uno dei più importanti, popolari e innovativi eventi seriali americani. L’autore Antonio Tedesco, giornalista e critico cinematografico e teatrale partenopeo, si è messo anche lui sulle tracce di Laura Palmer con il rigore dello studioso ma anche con la passione contagiosa dei milioni di fan in febbrile attesa per la terza serie ideata e diretta dallo stesso geniale David Lynch che con Mark Frost inventò le prime due nei primi anni ’90. Un fenomeno unico quello di “Twin Peaks” non solo perché (con “X Files”) ha cambiato per sempre la serialità televisiva non solo americana spingendola in una dimensione cinematografica e partorendo imitazioni e citazioni, ma anche per come ha riunito dopo venticinque anni appassionati vecchi e nuovi, quelli che sono cresciuti (televisivamente) con la domanda-tormentone “Chi ha ucciso Laura Palmer?” e quelli delle generazioni successive il cui immaginario è stato fortemente invaso dalle suggestive atmosfere oniriche, dalle disturbanti ambientazioni fantastiche che sospendono magistralmente lo spazio e il tempo. E nell’introduzione l’autore sottolinea proprio il contagioso fenomeno: “A distanza di oltre due decenni dalla sua prima apparizione sugli schermi televisivi di tutto il mondo, la fama di “I segreti di Twin Peaks” non si affievolisce. Anzi, sembra col tempo accrescersi. Oggi che la serialità televisiva si esprime in forme sempre più complesse e sofisticate e gode di ampia popolarità nei moltiplicati mezzi di distribuzione dei prodotti audiovisivi, “Twin Peaks” continua ad affermarsi come un punto di riferimento irrinunciabile i cui influssi, in maniera più o meno diretta, sono ancora evidenti su molta parte di questa stessa produzione seriale”. Solo Lynch poteva riprendere la serie, perché solo lui poteva immaginare una risposta plausibile (si fa per dire) al quesito con straordinarie invenzioni onirico-pittorico-metafisiche. Solo lui poteva riportarci nella (apparentemente) tranquilla cittadina di Twin Peaks e farci rincontrare Laura Palmer e l’agente Cooper come se in questi venticinque anni non fosse successo niente. Tedesco ripercorre le strade di quella misteriosa cittadina per ritrovarne personaggi e situazioni, per tentare una nuova lettura dei fatti che in quel luogo si sono verificati, per affrontare con la giusta prospettiva ciò che la fertile ma di certo non lineare fantasia di Lynch e Frost ancora ci riserva. Suddiviso in otto parti, il saggio mette a fuoco con precisione filologica e spessore critico storia, personaggi e ambientazioni della serie e si leggono con piacere incisive descrizioni e riflessioni come quella relativa a certe inconfondibili atmosfere. “Un paesaggio immobile, un bassorilievo utilizzato come fosse uno schermo, sul quale si muovono personaggi che mostrano, man mano, la loro parte nascosta. – scrive l’autore nel capitolo “Sfondi con figure” – Figure che si “riempiono” lentamente della loro storia (liquida), dei fatti di cui sono protagonisti e vittime. Fino a colmarsene, saturandosi e rigettando tutto in una sorta di spazio più gravido, pronto ad implodere in se stesso. Personaggi come sagome, che gettano un’ombra inquietante su quello sfondo immobile, apparentemente idilliaco, ma in realtà pieno di insidie e di mistero, come è, appunto, “Twin Peaks” “.