Di tutte le case comperate, abitate, vendute, la più amata e sempre imprescindibile punto di riferimento della famiglia è la villa di Cap Nègre sulla Costa Azzurra. Dove un giorno arriva anche un presidente della Repubblica. Lo racconta in «Care figlie vi scrivo» (La nave di Teseo, pp. 249, euro 18.00) Marisa Bruni Tedeschi, la madre di Valeria, attrice e regista pluripremiata e di Carla, indossatrice, cantante, prémière dame di Francia come moglie di Nicolas Sarkozy. Il libro è dedicato al primogenito Virginio, appassionato navigatore, che con la sua sei metri a vela aveva attraversato l’Atlantico quando era già ammalato di aids di cui morirà a soli quarantasette anni. Nel suo nome nasce la Fondazione per la ricerca sull’aids e ogni estate a Cap Nègre si organizza una regata in suo onore. L’autobiografia di una maliziosa matriarca di ottantasette anni, che dopo i settanta non esita a apparire in parecchi film, si può leggere in tanti modi. Crederle quando dice di voler rivelare alle figlie tutti i suoi segreti per farsi conoscere meglio, forse anche per risarcirle delle lunghe assenze a cui l’ha costretta la sua attività di pianista, che tuttora comincia la giornata suonando un pezzo di Bach come se recitasse una preghiera. Marisa Borini, nata in una famiglia borghese di Torino, da sempre uno spirito libero, è stata la moglie di Alberto Bruni Tedeschi, ricchissimo proprietario dell’industria della gomma Ceat, che era anche un noto compositore di musica dodecafonica, collezionista d’arte, sovrintendente del teatro Regio di Torino.
Quanti sono i segreti che i figli non sanno dei loro genitori? Non conoscono né l’incontro della ragazzina con la musica, questa fascinazione che l’accompagna per tutta la vita, né le vicende dell’adolescenza trascorsa durante il fascismo, l’opprimente occupazione nazista, il rischio di venire ammazzata, la difficile ripresa nel dopoguerra. «Mie care figlie, sono superstiziosa»: ecco la prima confessione. Incontrare un gatto nero che le attraversa la strada, essere tredici a un pranzo, rovesciare il sale a tavola, non aprire mai l’ombrello in casa anche se è fradicio, non mettere un cappello sul letto, l’hanno costretta a volte a vere e proprie imprese rocambolesche. Come quando, alla vigilia della maturità, Carla rompe uno specchio e lei raccoglie di nascosto i pezzetti e va a gettarli nella Senna. Ma ci sono segreti più difficili da rivelare nei quali l’effetto specchio dell’esibizionismo-vanità non esclude la tentazione di fare la regia della propria vita. A trentacinque anni incontra il diciannovenne Maurizio Remmert, figlio di un amico di famiglia, che si innamora di lei. Da questa storia d’amore nasce Carla, ma la madre non glielo confesserà mai. Soltanto Alberto, il padre che l’ha amata e cresciuta, le dice prima di morire che non è il suo padre biologico. Quando nel 1973 la famiglia si traferisce a Parigi per paura dei sequestri allora frequenti a un certo livello sociale, Marisa affitta subito un palco all’Opéra e nel lussuoso appartamento che era stato di Monsieur Cartier, riceve Rostropovic, von Karajan, Nureev, Petrassi. Una sera invita anche il grande musicista Arturo Benedetti Michelangeli che pur rifiutando si fa perdonare con un grande mazzo di fiori. Due anni dopo accetta invece un altro invito e salutandola la bacia. Nasce così un amore appassionato, di cui il marito si accorge per le sue lunghe e frequenti assenze. Ma quando lei gli confessa chi è il rivale, Alberto si limita a dirle: “Ti capisco” e l’avverte che le spezzerà il cuore.
Nei lunghi anni vissuti col marito, che per promuovere l’industria di famiglia continuerà a fondare nuove filiali, sono numerosissimi i viaggi in Sud America, tra Venezuela, Colombia, Brasile, Cile, dove incontra Salvador Allende e Pablo Neruda. Ma durante tutta la sua vita è infinita la galleria di personaggi illustri che ha solo sfiorato o che sono diventati suoi amici. Mentre per le persone comuni sarebbero fatti eccezionali, per Marisa dotata di un sano understatement sono solo momenti della vita come gli altri. Ne gode perché può essere orgogliosa per le sue figlie. I sogni dei figli sono i suoi sogni. Come quando accompagna Carla e Sarkozy nel viaggio di stato in Gran Bretagna per incontrare la regina Elisabetta. Carla si siede in macchina vicina al principe Carlo per rendere visita a una vera regina e lei è felice.