Ancora una volta Italia Viva ha votato con il centrodestra, mandando sotto la maggioranza. È accaduto al Senato, in commissione Affari costituzionali, quando è stato messo ai voti un emendamento al decreto Covid, proposto dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva di consentire alle parafarmacie di fare test molecolari e antigenici rapidi. Il testo, presentato dal primo firmatario Gianluca Castaldi, aveva avuto il parere positivo del governo e del relatore del provvedimento, Nazario Pagano di Forza Italia. Contro la modifica, che ha avuto 13 voti contrari e 11 favorevoli, si è schierato tutto il centrodestra.

«Italia Viva e centrodestra hanno scelto di bocciare l’emendamento senza valide motivazioni se non quella di difendere un ordine professionale», ha attaccato Castaldi. «Le parafarmacie non fanno parte del Servizio sanitario nazionale, quindi non sono nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie – ha spiegato la renziana Annamaria Parente – Avremmo dovuto creare un piattaforma parallela su dati sensibili ma somministrare tamponi non è come dare un’aspirina al banco».

Nel frattempo, al piano inclinato che sembra spingere Renzi e i suoi verso il centrodestra si aggiunge un altro tassello. Luigi Brugnaro e Giovanni Toti hanno riunito i 31 deputati e senatori di Coraggio Italia (l’ultima è arrivata proprio ieri: è la deputata eletta nel M5S Lucia Scanu) e lanciato un patto federativo che guarda in primo luogo a Italia Viva. Per ridare voce alla maggioranza del Paese che si riconosce nei valori moderati, cattolici, liberali, conservatori, europeisti, riformatori – dicono – siamo disponibili a lavorare per costruire un blocco di forze parlamentari sotto forma di patto federativo, mantenendo cioè gruppi autonomi dei singoli partiti». Primi passi: voto per il Quirinale, prosecuzione della legislatura e scrittura di una legge elettorale in senso proporzionale.