L’articolo che leggete in questa pagina è un’anticipazione del numero di luglio-settembre del trimestrale Il Reportage, nei prossimi giorni in libreria (e scaricabile anche in pdf dal sito www.reportage.eu). La rivista si apre con un’intervista di Maria Teresa Carbone a Mario Dondero, maestro del fotoreportage. Il portfolio centrale, e la foto di copertina, sono del grande fotografo americano Stanley Greene: si tratta di un fotoreportage inedito tra i profughi della guerra civile siriana. Il primo servizio della sezione Italia è sugli effetti collaterali della guerra in Afghanistan: le nevrosi da guerra che colpiscono i soldato italiano di ritorno dal fronte. Il sergente F. confida le sue ansie e le sue paure a Davide Malesi. Seguono due reportage su altrettanti quartieri “difficili” di Napoli e Torino: Angelo Mastrandrea (con le immagini di Andrea Sabbadini) racconta l’altra Scampia, quella parte del quartiere che non si assoggetta alla camorra e lotta contro il degrado; Federica Tourn (con le foto di Antonio La Grotta) è andata invece negli ex mercati generali di Torino, dove l’insediamento urbanistico deciso in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 si è rivelato un fallimento. Maria Cristina Origlia, invece, racconta non la città, ma la campagna, con un reportage dal Parco Agricolo Sud di Milano, il più grande d’Europa. Alla vigilia dell’Expo. La sezione Esteri è costituita in primo luogo da un “blocco” centro-sudamericano, aperto dal viaggio sul “treno della desapariciòn“, in Messico, di Federico Mastrogiovanni, che ha raccolto le testimonianza di coloro che tentano di raggiungere gli Stati Uniti per via ferroviaria, ma sono facili prede della polizia e dei narcos (le foto sono di Mauro Guglielminotti). Seguono un’analisi del dopo Chavez in Venezuela di Gabriella Saba e il fotoreportage di Daniele Volpi sul processo per genocidio all’ex dittatore guatemalteco Efrain Rion Montt. Gli altri reportage riguardano la prima, piccola, apertura dell’Irlanda all’aborto (Federica Sgaggio) e la vita a Novi Zagreb, nei palazzoni costruiti dal regime socialista (Matteo Tacconi). Chiudono il numero, come di consueto, la pagina delle recensioni, la rubrica “Lettera aperta” di Valerio Magrelli e un racconto inedito dello scrittore e drammaturgo Vitaliano Trevisan.