La Russia presenta moltissimi problemi di natura ecologica. In parte essi sono il derivato della scarsa attenzione in epoca sovietica per la protezione della natura.

Il disastro più noto resta quello di Chernobyl in Ucraina causato da un guasto a un reattore nucleare nel 1986 che ha mietuto fino ad oggi migliaia di vittime. Meno conosciuto, ma forse più devastante, è il grado di radioattività a Semipalatinsk in Kazakistan dove i sovietici effettuavano esperimenti nucleari. Oggi i problemi più urgenti sono legati alla deforestazione, all’inquinamento dei corsi d’acqua e dalle raffinerie negli Urali. Anche l’inquinamento dell’aria resta un’urgenza: dove è valutata come elevata o molto elevata, vive il 17 % della popolazione urbana.

Per quanto riguarda i rifiuti in uno studio del 2017 il Professor Kirill Zurenkov ha messo in evidenza che in Russia sono presenti 30 miliardi di tonnellate di rifiuti produttivi e ogni anno se ne aggiungono altri 4 miliardi. Per questo sono state costruite 15 mila tra discariche, immondezzai e altri siti di smaltimento. Essi occupano 4 milioni di ettari, e crescono ogni hanno di 300-400 mila ettari. Spesso a cielo aperto come nel caso di Volokolamsk.