Il primo gruppo dei 168 membri della forza aerea zapatista è atterrato a Vienna, attorno alle 11.15. A guidarlo il capo militare, nonché portavoce, il Subcomandante Moises, senza passamontagna, con una camicia a mezze maniche, cappellino in testa e, oltre alla mascherina, anche la visiera di plastica. Il secondo gruppo arriverà stamattina: per motivi burocratici è stato bloccato allo scalo di Madrid. Nella capitale austriaca è stata festa di “bienvenida” per tutto il giorno. Moises ha parlato fuori dall’aeroporto facendo un discorso contro il capitalismo e il denaro, sottolineando come dietro i disastri ambientali si celi l’interesse economico.

I SETTE MEMBRI dello “squadrone 421” che erano approdati a Vigo, in Galizia, a metà giugno sono invece tornati in Messico l’11 di settembre dopo aver viaggiato per Spagna, Svizzera e Francia, ascoltando ed incontrando uomini e donne in lotta, preso appunti, fatto foto. In sette sono tornati, in quasi 200 sono partiti e l’invasione dal basso dell’Europa da parte dei popoli indigeni del Messico prosegue.

Prima della sua partenza per l’Austria, domenica scorsa 12 settembre la forza aerea ha incontrato lo squadrone a Città del Messico, ed è stata festa assieme alla società civile messicana che in questi mesi ha lottato con le istituzioni per permettere al contingente indigeno di ottenere, in un paese che si vuole democratico, ciò che gli sarebbe dovuto: i documenti per viaggiare. Attorno al 20 di settembre, sempre a Vienna, si unirà la delegazione del Congresso Nazionale Indigeno-Consiglio Indigeno di Governo e del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra e dell’Acqua. Non sappiamo ancora come e quando la delegazione indigena proseguirà il viaggio, nei piani c’è anche un passaggio in Italia. Nei prossimi giorni si scoprirà.

UNA PARTE CONSISTENTE della delegazione zapatista, chiamata “Estemporanea”, è composta da donne, e parte di loro sono miliziane. «Oltre a far parte dei gruppi di ascolto e parola – scrive il Subcomandante Galeano – si occuperanno della sicurezza della squadra aerotrasportata e dello svolgimento di una o più partite di calcio con squadre femminili di tutta Europa».

C’erano 196 miliziane iscritte per viaggiare. Circa 20 di loro hanno meno di 18 anni, e dunque si preparano per i viaggi successivi in Asia, Oceania, Africa e America: per allora prevedono di essere ormai maggiorenni e di ottenere quindi il passaporto. «Alcune sono madri single e devono lavorare per sostenere i loro piccoli. Altre lavorano per supportare le proprie madri e i fratelli più piccoli », continua il testo del Subcomandante. Ne sono quindi rimaste 37. A cui si sono aggiunte due minorenni: Defensa (15 anni) ed Esperanza (12 anni). «Da 3 mesi si esercitavano, imparavano e aspettavano che si aprisse la possibilità di partire. Tutte hanno radici maya e parlano Tzeltal, Tzotzil, Cho’ol, Tojolabal e castigliano. Pochissime hanno più di 25 anni, la maggior parte ha tra i 18 e 21 anni. Le loro abilità calcistiche sono un segreto di Stato, ma la loro volontà di lottare è lampante».

Prima della partenza, il Subcomandante Moises ha scritto: «Dedichiamo questo sforzo (che ha coinvolto molte persone non zapatiste e alcune anche antizapatiste) a tutte le desaparecidas, alle famiglie che soffrono la loro assenza e, soprattutto, alle donne e agli uomini che lottano per ritrovarle e ottenere la verità e la giustizia che tutte necessitano e meritano. Sappiate che il vostro esempio, il vostro instancabile lavoro e il vostro non arrendervi, non svendervi e non tentennare, sono per noi popoli zapatisti una lezione di dignità umana e un autentico impegno nella lotta per la vita».