Sembra una scena già vista, di quelle che mandano in crisi ogni linea interpretativa e confermano l’idea di un soggetto incapace di affrontare i suoi traumi. Il Movimento 5 Stelle pare trovarsi a un punto di svolta, con nodi che vengono al pettine e conflitti che esplodono, ma all’ultimo momento tutto è sul punto di dissolversi, tra un intervento nelle retrovie del fondatore, qualche passo indietro da parte delle figure più esposte, la paura di mettere in scena polemiche e divisioni.

QUESTO È IL CLIMA INTORNO alle 17, a un’ora dalla riunione congiunta dei parlamentari. Gran parte della delegazione del M5S al governo, in primis Luigi Di Maio, ha dato forfait a causa di una riunione con Giuseppe Conte sul 5G. Alcuni parlamentari annunciano che diserteranno l’incontro, in polemica con l’assenza di alcuni big. Tanto che i capigruppo Davide Crippa e Gianluca Perilli fanno un sondaggio online per capire se la riunione ha ancora motivo di essere. Infine, a conferma del fatto che la riunione appare disinnescata dalle tensioni, il capo politico reggente Vito Crimi dice che ci sarà.

Dunque, l’assemblea si tiene. E tanto basta perché avvengano cose inedite, destinate ad avere un peso. «Stasera vi porrò davanti agli scenari possibili e su quelli vi chiedo di riflettere», scandisce Crimi nella relazione introduttiva. Le opzioni sono tre. La prima ricalca quello che è successo tre anni fa in occasione dell’elezione di Di Maio al vertice del M5S: una votazione su Rousseau che elegga il nuovo capo politico. Oppure, dice Crimi scorrendo alcune slide, c’è la possibilità che si voti un organo collegiale. Anche in questo caso bisognerebbe utilizzare la piattaforma gestita da Davide Casaleggio, spiega Crimi tra il brusio dei deputati presenti e quello dei senatori collegati in videochat. Il terzo scenario emerge dalle discussioni della maggior parte degli eletti, fa somigliare gli Stati generali a un congresso e la ri-organizzazione dei 5 Stelle alla forma-partito. Si tratterebbe di convocare a stretto giro assemblee territoriali che pian piano convergano verso l’evento nazionale. Circola addirittura una data per l’inizio del processo consultivo: il 15 ottobre.

I GRILLINI NON NE VOGLIONO sapere di affidarsi all’ennesima votazione online. Che il clima sia questo si capisce nel pomeriggio, quando un’esponente storica come la consigliere regionale del Lazio Roberta Lombardi pronuncia parole incredibili per un movimento che si presentava liquido e tutto spostato sulla sfera digitale: «Non abbiamo bisogno di post acchiappalike né video emozionali che semplificano troppo e banalizzano questioni complesse». All’assemblea un senatore esperto e di solito accorto come Nicola Morra, adesso presidente della commissione Antimafia, dice: «Il verticismo ha eliminato il dibattito, serve un modello cooperativo». E i provvedimenti disciplinari contro i parlamentari morosi per il versamento a Rousseau? «Quando uno sbaglia in una comunità lo si acchiappa in privato, non con tecniche di sputtanamento», afferma Morra.

I PARLAMENTARI si dicono stanchi dei «caminetti segreti» (Dalila Nesci), denunciano lo «scollamento tra eletti al primo e al secondo mandato» (Stefano Cubbeddu), invitano a «evitare accelerazioni e prendere il tempo che occorre alla discussione» (Primo Di Nicola). La novità e che alcuni si sono attrezzati ad affrontare lo scontro. Poco prima dell’assemblea, circola un documento indirizzato a Crimi da parte degli aderenti al gruppo «Parole guerriere» che mette le mani avanti sulla «necessità di evitare ulteriori improvvise votazioni» e invitano il reggente a «raccogliere tutte le mozioni, in tempi rapidi e certi, sull’organizzazione interna e sull’identità politica del M5S». La proposta preveda che Crimi provveda a «convocare in modo trasparente i corrispondenti promotori delle mozioni» e a «disegnare, insieme ai promotori delle mozioni, il perimetro politico comune per la futura convocazione degli stati generali ossia decidere il cronoprogramma, il tipo di partecipazione e le modalità degli interventi». La forza di questa proposta, al di là del fatto che viene da un corpo collettivo che rompe l’atomizzazione e la divisione dei grillini in micro-gruppi che non riescono a fare massa critica, sta nel fatto che riconosce le differenze interne, anzi le trova salutari: semplicemente suggerisce un modo perché queste si confrontino. Fino a poco tempo fa, pura eresia da queste parti.

NEI PROSSIMI GIORNI Crimi dovrebbe incontrare prima i consiglieri regionali e poi la delegazione ministeriale. Quanto all’esito dell’assemblea: non si procede alla conta, si annuncia che nei prossimi giorni deputati e senatori si confronteranno e prenderanno una decisione. Con uno smacco, l’ennesimo, per Davide Casaleggio e Rousseau: la consultazione avverrà «via posta elettronica».