trappist
Un gruppo di ricerca internazionale diretto dal belga Michael Gillon ha individuato un sistema planetario simile al nostro a «soli» 39 anni luce da noi. La straordinaria scoperta è stata annunciata ieri in una conferenza stampa mondiale dal quartier generale della Nasa. Il sistema è composto da sette pianeti che orbitano intorno alla stella denominata Trappist-1 (dal nome del telescopio che ha permesso l’avvistamento).

Non si tratta del primo sistema planetario extra-solare mai individuato, per la verità. Ma quello che ruota intorno a Trappist-1 colpisce per le somiglianze con il nostro. I sette pianeti, infatti, hanno masse analoghe a quelle della Terra e dei pianeti più vicini come Marte e Venere. In più, si trovano nella cosiddetta «zona abitabile». Sono, cioè, alla distanza giusta dalla stella perché la temperatura sulla loro superficie sia compresa tra zero e cento gradi centigradi. Sui pianeti potrebbe dunque trovarsi acqua allo stato liquido, come avviene sui tre quarti della superficie terrestre. Secondo gli scienziati, l’acqua liquida è un ingrediente fondamentale, se non indispensabile, per lo sviluppo di forme di vita su un pianeta.

La stella Trappist, invece, è parecchio diversa dal nostro Sole. Si tratta di una «nana rossa», con una massa pari a meno di un decimo di quella solare. Ha una temperatura interna appena sufficiente per le reazioni nucleari che «bruciano» l’idrogeno, e ciò le garantisce carburante per altri mille miliardi di anni. Inoltre, la rende molto meno luminosa del Sole. Proprio questo ha permesso agli astronomi di individuare i pianeti. La loro presenza, infatti, è rivelata dalla loro «ombra», cioè dalla diminuzione della luminosità della stella oscurata dal passaggio del pianeta. Quando si tratta di stelle poco luminose come le «nane», l’effetto è visibile anche dai telescopi terrestri.

Come avviene per la Luna rispetto alla Terra, i pianeti di TrappistT mostrano sempre la stessa faccia. Questo fenomeno è dovuto alle maree, che provocano attriti molto energetici all’interno dei pianeti e causano anche il vulcanismo. Si tratta di un’altra informazione rilevante, perché è uno dei meccanismi responsabili della formazione e della composizione chimica della atmosfera terrestre. Un lungo futuro, la giusta massa, acqua e atmosfera almeno come possibilità: Trappist-1 ha tutta la vita davanti.