I lavori per la realizzazione del gasdotto Tap in Salento potrebbero ripartire a breve. Il Tar del Lazio ha infatti dichiarato improcedibile l’istanza cautelare presentata dal Consorzio Tap in merito all’ordinanza con la quale il sindaco di Melendugno, Marco Potì, prima il 24 luglio e poi, riproponendola, il 29 ottobre, aveva vietato ogni attività lavorativa nel cantiere del gasdotto a San Basilio, e il prelievo dell’acqua dai pozzi nel raggio di 500 metri, in seguito allo sforamento dei limiti di alcune sostanze pericolose nelle acque di falda. I giudici hanno spiegato che l’ordinanza del sindaco è scaduta «decorsi trenta giorni dalla data di emissione», di qui «l’improcedibilità dell’istanza cautelare». A questo punto Tap potrebbe riprendere i lavori nel cantiere a San Basilio di San Foca di Melendugno, rimasti fermi dal 24 luglio scorso.

La notizia è arrivata alla vigilia della manifestazione organizzata sabato a Melendugno contro l’approdo sulla costa salentina del gasdotto. Circa mille le persone per un corteo contro tutte «le grandi opere inutili e imposte». Alcuni manifestanti hanno raggiunto l’Office point della multinazionale e lasciato lì davanti zerbini con la scritta «No Tap». Una risposta alla denuncia del marzo scorso contro 11 attivisti accusati di furto aggravato per essersi impossessati di uno zerbino prelevato dall’office point di Tap, tappetino poi ritrovato in un bidone della spazzatura.

«Questa è una manifestazione che non si occupa di un problema locale, è una manifestazione nazionale e internazionale. Fa parte di una rete che si oppone a tutte le grandi opere inutili e imposte, ma soprattutto chiede che ci sia un futuro politico, non inteso come partitico ma politico in senso che la politica, quella che conta, deve prendere atto che bisogna cambiare passo, che non possiamo vivere senza un futuro perché a questo ci stanno portando», ha dichiarato Gianluca Maggiore, portavoce del Comitato No Tap.

Nei prossimi giorni dunque potrebbero ripartire le attività propedeutiche allo scavo del microtunnel, che finirà in mare a 800 metri dalla costa e in cui sarà inserito il tubo di acciaio che porterà il metano dall’Azerbaigian. Nei giorni scorsi, inoltre, sono stati resi noti gli esiti delle indagini dell’Arpa Puglia sulle acque e sui terreni in località San Basilio, dai quali non si evincono superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) di sostanze pericolose tra cui arsenico, manganese, cromo esavalente e Nichel.

Resta però un tratto del cantiere sottoposto a sequestro probatorio dallo scorso aprile, per violazione delle prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale: le contestazioni riguardano il periodo in cui sono stati spostati circa 500 ulivi e una violazione urbanistica per la costruzione di una recinzione.
Infine il 21 gennaio, dinanzi al gip di Lecce Cinzia Vergine, si terrà l’udienza per l’ascolto dei periti secondo i quali il gasdotto Tap che deve approdare sulla costa di Melendugno non deve essere assoggettato alla direttiva Seveso III.