La rete metallica che circonda le 46 antenne Nrtf-8 e il cantiere Muos è stata aperta in due punti. E il fiume umano che, già altre volte, nel corso di questi mesi, aveva percorso il sentiero sterrato della riserva naturale Sughereta per esprimere il dissenso nei confronti del progetto militare statunitense, vi si è riversato dentro.
Dopo qualche momento di tensione, quando ancora le reti erano intatte, dovuto al muro contro muro tra manifestanti che si disponeva in larghezza lungo la recinzione, e poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, il tabù dell’intoccabilità della base americana è caduto.
E tutto il colorato corteo che alle 16.30 si era riunito in Contrada Pisciotto – uno degli ingressi della riserva – è entrato.
Al cospetto degli agenti allibiti, senza casco e coi manganelli abbassati, ragazzi, donne coi loro figli, anziani, rappresentanti di sigle sindacali ed enti locali, hanno oltrepassato la recinzione e raggiunto le antenne Nrtf-8, dove da ieri sera stanno otto attivisti.
Si erano arrampicati sulle antenne, decisi a restarci a lungo. Portando amache e teloni per proteggersi dal sole. Mentre una piccola folla li acclamava, e gli agenti intimavano loro di scendere, colpendoli con la luce dei riflettori. L’assedio dura tutta la notte, fino all’alba, quando la polizia spegne i riflettori. E poche ore dopo, altri due ragazzi solo saliti sulle zampe del ragno Nrtf-8, che dal 1991 deturpa il meraviglioso paesaggio della Sughereta.
Ora sono scesi tutti. Una volta entrati, gli attivisti si sono diretti alle antenne per trattare con le forze dell’ordine. Hanno ottenuto che gli autori dell’assalto alle antenne non venissero arrestati.
Una giornata memorabile per il Movimento No Muos. Il sole tramonta sulla Sughereta che, per quanche ora, è tornata ad essere tutta dei siciliani.
Con buona pace del governatore Crocetta. E dei suoi passi indietro. La revoca delle autorizzazioni per la costruzione del Muos, disposta alla vigilia della manifestazione nazionale indetta dai Comitati No Muos per il 30 di marzo, è stata recentemente ritirata, con un atto firmato da un dirigente dell’Assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente.
Nella nota si fa riferimento allo studio dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità), motivando la decisione con il rilievo che “i risultati delle misure sperimentali effettuate dall’Ispra indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana sono rispettati in larga misura. Non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici, e anche nell’ipotesi poco probabile di un puntamento delle antenne paraboliche al livello del terreno o comunque nella direzione di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi visti possano essere considerati del tutto trascurabili“.
Il paradosso è che, per la redazione di questo studio, la Regione Siciliana aveva nominato tre tecnici di fiducia – tra i quali il prof. Massimo Zucchetti – le cui motivazioni non sono state minimamente prese in considerazione.
E Zucchetti lo ribadisce senza mezzi termini: “Rosario Crocetta, presidente della Regione Siciliana, ha usato il pretesto della relazione dell’Istituto Superiore della Sanità per revocare la sua stessa revoca alle autorizzazioni per il Muos. Nonostante il motivato parere contrario dei suoi stessi tecnici della Regione Siciliana che hanno allegato alla Relazione ISS la loro nota di otto pagine da lui ricevuta il 12 luglio, esplicitata poi in un rapporto di centocinquanta pagine e inviata il 21 luglio 2013 mediante posta certificata al Presidente Regione Siciliana, all’Assessore Lo Bello e all’Assessore Borsellino”.
Perciò, lo studio sul quale si basa la nota è incompleto. Non tiene conto delle note dei tre esperti nominati dalla stessa Regione. E non tiene conto della relazione del prof. D’Amore, consulente tecnico del Tar, che conferma l’impatto dei campi elettromagnetici sulla biologia dei tessuti umani, sugli equilibri dell’ecosistema e sul funzionamento delle apparecchiature di bordo degli aereomobili.
All’ingresso della Sughereta, c’era una fila interminabile di volantini – 116 – attaccati a una ringhiera di legno, che elencava i luoghi in Italia sui quali gli Usa esercitano la sovranità militare: ben 16 sono in Sicilia.
La Sughereta, Sito d’Interesse Comunitario, ospita la Sughera Mosaica, che ha 500 anni, 20 esemplari secolari e 200 specie endemiche e che vanno tutelate.
Per un giorno, la Sicilia se ne è riappropriata.