Le elezioni municipali francesi di domenica scorsa ci regalano un’ondata di sindaci ecologisti sostenuti da coalizioni rossoverdi che nell’opinione pubblica indicano da una parte la voglia di buon governo nei territori e dall’altra una possibile uscita dalla pandemia con un nuovo modello economico e sociale fondato sulla conversione ecosolidale.

Sempre più spesso in Europa si manifesta un’onda verde. Un’onda verde che merita di essere assecondata e alimentata anche in Italia.

Ora, come ogni volta, qui da noi si aprirà una discussione sul perché nella politica italiana non si affermi questa presenza ecologista. C’è senza dubbio la responsabilità dei diversi gruppi dirigenti verdi che si sono succeduti negli anni. Ma anche, e forse soprattutto, c’è l’indisponibilità complessiva del sistema politico ed economico, da destra a sinistra, di cimentarsi seriamente con la transizione ecologica e con i cambiamenti climatici: a chi non crede a questa lettura del fenomeno basterà leggere le bozze del decreto semplificazione circolate fin qui per capire quanto è arretrato il nostro Paese.

Nonostante questo credo che non ci siamo più alibi per gli ecologisti, ovunque siano collocati: verdi, sinistra, associazioni e movimenti.
C’è bisogno di un’assunzione individuale e collettiva di una responsabilità e di una proposta. Le prossime elezioni amministrative a Roma, per portato concreto ma anche simbolico, possono diventare un banco di prova decisivo.
D’altra parte già negli anni 90 Roma uscì da un altra crisi, quella morale scoppiata con Tangentopoli, con una forte svolta green e addirittura con l’elezione di un sindaco verde, con una storia e una convergenza arcobaleno come Francesco Rutelli, oggi riconosciuto da tutti come uno dei momenti migliori della storia amministrativa della città.

Per questo le prossime elezioni amministrative per il Campidoglio, e non solo, sono un occasione irripetibile.

L’iniziativa civica messa in campo in queste settimane per uno spazio pubblico aperto, inclusivo e innovatore, con il presidente dell’ottavo municipio Amedeo Ciaccheri, si propone di essere un contributo unitario in questa direzione.

Uno spazio civico, ecologista, di sinistra capace di guardare alle esperienze migliori di governo delle città europee che senza pretese di primogeniture si mette a disposizione di questa necessità.
D’altra parte un’alleanza larga, con il Partito democratico ma anche con i cattolici democratici, con le associazioni e i comitati cittadini, con tutte le energie solidali che si sono messe in moto prima e durante la pandemia in tutta la città, e soprattutto nei quartieri più lontani dai servizi e dalle vetrine televisive del centro, ha bisogno di un polo arcobaleno capace di stimolare idee e proposte green per una nuova giustizia sociale e ambientale.

Ora però è arrivato il tempo di superare gli steccati. Di abbandonare tatticismi e tentennamenti. È il momento di lanciare questa sfida per Roma, farla camminare per le strade della città, trasformarla in un grande movimento cittadino di rinascita e riscatto. Dobbiamo chiedere ai cittadini di trasformarsi, a partire anche da se stessi, nel motore green della prossima Capitale. Non solo perché dobbiamo battere le destre sovraniste, non solo per metterci alle spalle il disastro del governo del Movimento 5 stelle e quello personale di Virginia Raggi. Ma innanzitutto perché a Roma, in Italia, esattamente come in Francia, è ormai evidente che non c’è futuro nelle vecchie ricette dell’ economia pre Covid19. Che sono quelle che hanno prodotto il disastro, a Roma come altrove, ma a Roma più che altrove: il consumo del suolo, la rendita fondiaria, la mobilità inquinante.

*Sinistra italiana