L’hanno chiamata la «primavera dei movimenti sociali». Inizierà il prossimo 12 aprile con una manifestazione nazionale a Roma. All’assemblea che si è tenuta domenica 9 febbraio nella facoltà di fisica della Sapienza di Roma, i movimenti hanno rilanciato l’intenzione di tornare ad «assediare i palazzi del potere» dopo le ormai lontane giornate del 18 e 19 ottobre 2013. Nel report diffuso ieri in rete hanno voluto richiamare l’attenzione sulle questioni dell’emergenza abitativa, del reddito e della battaglia contro le grandi opere, in generale su una giustizia sociale che sembra ormai scomparsa in un dibattito politico nazionale concentrato sulla legge elettorale, oggi incanalata nel percorso parlamentare, o sull’alternanza al governo tra i pesi massimi del Partito Democratico: Enrico Letta, attuale presidente del Consiglio, e Matteo Renzi, segretario Pd.

La data del 12 aprile era stata più volte annunciata durante le ultime mobilitazioni in vista di un vertice europeo contro la disoccupazione giovanile convocato dal governo. Il vertice è poi slittato, probabilmente a luglio, quando si aprirà il semestre europeo a guida italiana. In quell’occasione è stata annunciata un’altra manifestazione. L’assemblea di domenica scorsa ha scelto di mantenere l’appuntamento di aprile perché «non ci si può mobilitare solo “in risposta” a un vertice o altro appuntamento istituzionale – si legge sul sito contropiano.org – Come se la sofferenza sociale potesse manifestarsi in tutta la sua dimensione politica unitaria solo per contrasto, di riflesso». L’obiettivo, si legge sul sito InfoAut, «è una manifestazione contro l’austerità imposta dalla troika». Probabilmente questa sarà anche l’occasione per esprimere uno, o più punti di vista sull’Europa in un dibattito ancora da istruire tra le reti politiche o sindacali che hanno redatto l’agenda delle mobilitazioni primaverili.

Il documento finale è stato pubblicato sui vari siti dei movimenti, tra cui Globalproject e Abitarenellacrisi.org, il sito dei movimenti romani per il diritto alla casa. Presenta molte date tra le quali spicca il primo maggio a Milano contro l’Expo 2015 (inizierà il 1 maggio 2015 e terminerà il 31 ottobre dello stesso anno). Per San Precario «la Mayday 2014 sarà un grande momento di denuncia e di aggregazione per tutti quelli che non parteciperanno alla “festa dell’Expo”». Nelle contro-inchieste pubblicate sul blog del gruppo milanese (e sul sito noexpo.org o milano-fiera.net) quello che sta emergendo con l’Expo è l’aspetto di «moltiplicatore finanziario e volano di capital gains per le grandi imprese che hanno avuto i principali appalti». Tra l’altro, si intende contestare l’accordo firmato dai rappresentanti dei sindacati confederali con l’amministrazione delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala che prevede l’assunzione di 835 apprendisti e la presenza di 18.500 volontari che dovranno alternarsi in «attività ausiliarie».

A Roma, sempre il primo maggio, è stata convocata una giornata di protesta dove il concertone di piazza San Giovanni sarà «messo in mora». Un’espressione ancora poco chiara, almeno rispetto ad un’azione di contestazione contro il «consociativismo sindacale», così viene definita l’azione dei sindacati confederali nel documento. In agenda ci sono anche le mobilitazioni del 15 febbraio per la chiusura del Cie di Ponte Galeria a Roma, quella del 16 contro il Cara di Mineo. Il 22 si annuncia una giornata di lotta contro la repressione dei No Tav. Tra gli altri appuntamenti, un meeting a Napoli sui temi dei beni comuni e del reddito.