Negativo su tutti i fronti è il giudizio dei movimenti sull’esito della conferenza congiunta Stato-regioni-comuni. Il rifinanziamento del fondo per l’affitto, attualmente di 100 milioni di euro, il rifinanziamento per le morosità incolpevoli, ora di 40 milioni, oltre al fondo di garanzia per i proprietari, è per Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metrolitani «una proposta anacronistica. È una riedizione del bonus casa che ha portato alla morosità di molte famiglie. Una volta terminato il fondo, si riprodurrà la morosità. Questa è una misura pericolosissima, mentre l’entità delle cifre è ridicola. Sono briciole». L’ulteriore riduzione della cedolare secca (oggi al 15%) «è un incentivo all’acquisto e un’agevolazione fiscale a patto che se la casa resta sfitta, può essere affittata a canone concordato che resta molto alto, inaccessibile al ceto medio impoverito e ai precari – commenta Di Vetta – Promuove l’idea che si debba diventarte proprietari e usa l’alloggio come strumento finanziario e non come bene d’uso». Il movimento per la casa continuerà la sua battaglia: il 9 novembre con un’assemblea alla Sapienza e il 10 novembre una nuova manifestazione.

Nello «speech corner» di piazza Montecitorio, insieme a Luca Fagiano del coordinamento di lotta per la casa, Di Vetta ha incontrato una delegazione del movimento 5 Stelle (con l’ex capogruppo Roberta Lombardi) e una folta delegazione di Sel (con Gennaro Migliore, Ileana Piazzoni, Giorgio Airaudo). I 5 Stelle avevano chiesto alla presidente della Camera Laura Boldrini la sospensione della discussione sul Dl Istruzione. Una richiesta rifiutata. Sel è uscita dall’aula mentre la Lega definiva «delinquenti» i manifestanti. L’aula è diventata un caos. Piazzoni e Migliore hanno chiesto al governo «una moratoria immediata sugli sfratti». Le proposte del ministro Lupi sono state giudicate ampiamente insufficienti. La richiesta è di avviare una «ricognizione del patrimonio abitativo sfitto e la sua messa a disposizione dei comuni per fronteggiare l’allarmante emergenza abitativa».

Mentre la destra si esercitava in tirate contro la «violenza» dei manifestanti, stigmatizzata dallo stesso sindaco di Roma Ignazio Marino che in bicicletta si è recato in via del Tritone mentre l’Ama ripuliva la strada dai resti della scaramuccia tra polizia e manifestanti, l’Unione sindacale di Base (Usb) ha espresso solidarietà al corteo. La richiesta è un piano straordinario per l’edilizia residenziale, il dirottamento dei soldi delle grandi opere per esigenze del Welfare, il riuso del patrimonio pubblico e di quello privato tenuto sfitto.