«Credevamo che non si arrivasse a questo punto, ma il peso della lobby del mattone conta di più anche del semplice buon senso». Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini, denuncia l’onnipotenza dei palazzinari che hanno strappato l’inconfessabile al governo Letta. Il Milleproroghe approvato dal consiglio dei ministri venerdì rinvia al 30 giugno 2014 gli sfratti abitativi per finita locazione a poco più di un migliaio di inquilini. Risultano esclusi quelli morosi, che sono la stragrande maggioranza. Il nucleo familiare deve avere un reddito fino a 21 mila euro (in precedenza era fino a 27 mila), al suo interno deve esserci un figlio a carico, oppure persone ultra sessantacinquenni, malati terminali oppure portatori di handicap con invalidità almeno al 66%. Il governo precisa anche che questi nuclei non abbiano a disposizione un’altra abitazione nella stessa regione, risiedano nei capoluoghi di provincia, nei comuni limitrofi con oltre 10 mila abitanti. A queste condizioni possono essere risparmiati dallo sfratto.

Secondo i dati del ministero dell’Interno, i nuclei che nel 2012 si trovavano in questa situazione erano appena 6.394, pari al 9,4% del totale (67.790). La maggioranza degli sfratti è causata dalla morosità incolpevole, vale a dire dalla disoccupazione o dalla precarietà diffuse nelle famiglie: 60244 casi, in crescita dell’8,4% nel 2011. Presumibilmente questi dati saranno aumentati nel corso del 2013, quinto anno della crisi. «Così facendo il governo ha mostrato tutta la sua crudeltà sociale» continua De Cesaris secondo il quale la proroga è troppo breve, ma soprattutto perché non riguarda gli sfratti per «morosità incolpevole», «cioè la condizione che causa il 90% delle nuove sentenze di sfratto» precisa De Cesaris.

Dopo avere fatto i conti, disastrosi, De Cesaris segnala anche un altro aspetto dell’incresciosa vicenda. «Questo governo non è solo miope ma anche bugiardo – afferma – Solo sei giorni fa aveva accolto due ordini del giorno, uno del Pd e un altro di Sel, che lo impegnava a varare la rporoga degli sfratti in vigore e a valutare la possibilità di estenderla alla morosità incolpevole». «In mancanza di soluzioni alternative – annuncia De Cesaris – Come scudi umani contro gli sfratti impediremo fisicamente gli sfratti». Per il Sunia la proroghetta degli sfratti «è un atto dovuto, ma assolutamente insufficiente».

«Valutiamo molto negativamente la misura sugli sfratti – aggiunge Paolo di Vetta, portavoce dei Blocchi precari metropolitani, uno dei movimenti romani per la casa – Copre una piccolissima parte di famiglie a rischio di sfratto, mentre le 1.300 famiglie salvate dalla precedente proroga diventeranno ancora di meno». Secondo Di Vetta le decisioni del Cdm confermano «l’atteggiamento del ministro Lupi [incontrato dopo la manifestazione del 19 ottobre sulla «sollevazione generale», ndr.] che aveva detto che il blocco degli sfratti è una misura preistorica, ma stiamo ancora aspettando il decreto che, aveva annunciato, avrebbe messo in campo risorse per l’emergenza abitativa».

I movimenti per la casa annunciano blocchi stradali e manifestazioni in tutto il paese nella settimana tra il 15 e il 22 gennaio. La data della manifestazione dovrebbe essere il 20: «bloccheremo le città» afferma Luca Fagiano, portavoce del coordinamento lotta per la casa. Il 10 gennaio a Roma i movimenti incontreranno il prefetto per fare una verifica sulla delibera della Regione sull’emergenza abitativa e sul decreto annunciato dal governo.