«Il mio intervento alla Camera è venuto giù abbastanza bene. Ho spiegato che il Sì alla fiducia è un Sì al governo Gentiloni, non al prossimo governo specie se sarà un Renzi-Berlusconi che propone ricette di destra come meno tasse per tutti puntando su stravaganti proposte come stressare il rapporto deficit -Pil al 2,9 per cinque anni come sostiene il segretario del Pd senza pensare agli investimenti e a ridurre il debito».

Bruno Tabacci, lei ha parlato per il gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico rivolgendosi ai «colleghi di Mdp», a cui è molto vicino, dicendo che «sbagliano quando dicono che il Parlamento viene costretto a decidere sotto ricatto». Sta deludendo i Marxisti per Tabacci ricadendo nel liberismo più sfrenato?

Quel gruppo mi ha sempre fatto molto piacere, coglievano le mie origini contadine della bassa mantovana. Ma da parlamentare devo essere serio e prendere buona nota del periodo in cui siamo e invitare Mdp a fare lo stesso. È vero che ci troviamo in questa situazione perché per lunghi mesi il governo è stato dormiente dopo che Renzi era rimasto scottato dalla crisi delle quattro banche che lambivano il Giglio magico con papà Boschi e non voleva più occuparsi di banche per non perdere consenso. Magari si potevano risparmiare danari pubblici con una reazione più pronta o meno dei 3,5 miliardi lasciati sulle penne del fondo Atlante, ma Padoan si è messo di impegno, serietà ed abilità per risolvere una situazione molto complicata, specie sulle banche venete.

In realtà per un mese ha sostenuto che ci sarebbe stata «una soluzione di sistema sostenuto dai privati». Alla fine invece il regalo a Banca Intesa è evidente e i soldi pubblici totali per salvare le tante banche in crisi vengono stimati in 76 miliardi…

Ma sono molto più bassi di quanti ne hanno spesi tedeschi, scozzesi e spagnoli in questi anni, partiti – non ce lo dimentichiamo – nel 2008 con la Lehman Brothers. Questa è la realtà delle cose per cui diamo la fiducia a Gentiloni. Quanto a Banca Intesa non mi sembra che la Borsa abbia brindato.

Lei quindi non vedeva alternative all’intervento di Intesa per salvare le banche venete? Anche l’ex viceministro Enrico Zanetti ha votato No accusando Padoan di trattare con Intesa da mesi e di aver atteso che non ci fossero altre soluzioni…

C’era il piano Viola che prevedeva una fusione fra Popolare di Vicenza e Veneto Banca che avrebbe ridotto anche il numero di esuberi rispetto a questa soluzione. Sono stati i leghisti e Zaia a mettersi di traverso. Gli stessi di CredieuroNord e della Popolare di Lodi di Fiorani. Quanto a Zanetti, era al ministero dell’Economia durante tutte le altre crisi e non ha detto niente. Non è credibile. Come il M5s che sta facendo casino in aula ma non ha una soluzione migliore di quella del governo.

Da marxista o simil tale la nazionalizzazione di Mps dovrebbe farla felice, invece.

L’ingresso del Tesoro andava fatto prima, quando invece Renzi parlava di fantomatici arabi che non sono mai arrivati. Lì si che si sono sprecati soldi pubblici con i vari aumenti di capitale. I crediti deteriorati di Mps sono stati venduti al 20 per cento del loro valore, quelli delle banche venete al 47: significa che il sistema ha recuperato un certo livello di stabilità.

Quindi hanno ragione Visco e Patuelli che all’Abi parlano di «svolta»? Detto da loro fa quasi ridere: uno doveva controllare, l’altro ha avuto come predecessore Mussari…

Se siamo in questa situazione la responsabilità di Bankitalia è evidente: il decreto di salvataggio per le quattro popolari è di poche settimane dopo la relazione della Vigilanza. Ripeto, qualche settimana: significa che la situazione era già disperata e nessuno se ne era accorto. Io ho passato un’estate a martellare Fazio nel 2005 come un Grillo parlante. Ma poi è arrivato Draghi. Quanto ai banchieri, in Italia sono stati certamente peggiori dei politici, tranne quelli delle Fondazioni come Guzzetti.

Per definire le responsabilità tutti puntano alla commissione di inchiesta parlamentare. Su cui lei però ha votato contro. Perché?

Da tempo chiedevo una semplice commissione parlamentare senza poteri di inchiesta perché sono sicuro che verrà utilizzata in modo strumentale: ognuno butterà in faccia all’avversario il peggio rinfacciandogli la banca vicina. Per questo la vuole Renzi, per farci campagna elettorale. Insomma, un gran casino che non stabilirà nessuna responsabilità, specie se il presidente non sarà una persona equilibrata.