Il giorno dopo il referendum greco fa segnare borse in sofferenza ovunque, A soffrire più di tutti, però, è Milano che fa segnare i peggiori risultati del vecchio continente. Un risultato negativo che si deve alla maggiore esposizione nei confronti dei titoli finanziari che anche ieri, come una settimana fa, sono stati al centro delle vendite. Il risultato finale è stato che il Ftse Mib ha perso il 4,03%, i minimi registrati da due mesi. In affanno anche Wall Street, che comunque è riuscita ad arginare le perdite a pochi decimi. Il bilancio finale è comunque pesante, visto che nel complesso i mercati europei perdono qualcosa come 100 miliardi di valore (-1,24% lo Stoxx Europe 600). Non si può però parlare di panico: I titoli di stato ad esempio assorbono lo choc senza scomporsi troppo, lo spread si allarga, ma il differenziale tra Btp e bund decennale va sopra quota 161, quando ai picchi del 2011 aveva superato i 548 punti. L’esito del referendum non incide pesantemente nemmeno sull’euro, sceso a 1,1069 dollari, toccando con un -0,4% il minimo dell’ultima settimana sulla valuta verde, mentre non fa segnare variazioni di rilievo sul rublo. Euro in lieve calo (-0,5%) anche sullo Yen. Una settimana fa, all’annuncio che ci sarebbe stato il referendum ad Atene, la Borsa di Milano aveva fatto un tonfo del 5,17%, e dal 26 giugno ad oggi il listino italiano ha perso ben il 9,24% (ma resta in progresso del 13,62% da inizio anno).