Entro il 2050 l’inquinamento degli oceani sarà quattro volte maggiore e in molte aree, tra cui il Mar Mediterraneo, è già stata superata la soglia massima di inquinamento pericoloso da microplastiche. Lo denuncia ilWwf in un dossier -appello rivolto alla prossima Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente affinché si adotti finalmente un Trattato globale legalmente vincolante.

Il nuovo report del Wwf analizza oltre 2.590 studi sull’inquinamento da plastica negli oceani e sottolinea tra l’altro che la massa (in peso) di tutta la plastica presente sul Pianeta è il doppio della biomassa totale degli animali terrestri e marini messi insieme. Secondo la ricerca anche se la dispersione globale di plastica in natura fosse eliminata oggi stesso, esiste una «coda lunga» di microplastiche: la loro concentrazione nel 2050 sarebbe comunque doppia rispetto a quella attuale mentre alcuni scenari, prevedono un aumento di 50 volte per il 2100.

Sono 2.150 specie marine venute in contatto con la plastica e fino al 90% di tutti gli uccelli marini e il 52% di tutte le tartarughe marine ingeriscono plastica. Nella regione asiatica dell’Oceano Pacifico si stima che 11,1 miliardi di oggetti di plastica siano intrappolati nella barriera corallina ed è previsto che questa quantità possa aumentare del 40% entro il 2025. Un recente studio sulle foreste di mangrovie dell’isola di Giava in Indonesia ha rilevato come alcune zone siano ricoperte fino al 50% da plastica, con una densità di 27 oggetti di plastica per metro quadrato.

Per quanto riguarda l’inquinamento del Mediterraneo, sono 229mila tonnellate di plastiche che finiscono in mare ogni anno. Tra le 10 città più inquinanti, più della metà proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e 10% alla Turchia. Tra le 5 città italiane più inquinanti, Roma detiene il primato assoluto, seguita da Milano, Torino, Palermo e Genova.