Quattro squinternati campano di illusioni. Meglio, illudono gli altri. Uno è abilissimo con le carte da gioco. Un altro sembrerebbe emulare Uri Geller e i suoi cucchiaini piegati. Un terzo ipnotizza e si rivela abilissimo nel volgere a suo favore le situazioni che incontra. Infine una ragazza, novella Houdini, è capace di liberarsi dalle catene sott’acqua mentre incombono i piranhas. Tutti eseguono i loro numeri, ma c’è sempre una sorpresa successiva. E tutti vengono anonimamente convocati da una carta dei tarocchi per essere poi reclutati come protagonisti di un misterioso progetto. Si trasformano così nei quattro cavalieri che ritroviamo a Las Vegas dopo un anno di tirocinio. E qui cominciano i fuochi d’artificio perché compiono in diretta davanti al pubblico una fantastica rapina in banca. Inevitabile che sulle loro tracce si scatenino un detective statunitense, un’agente dell’Interpol e uno che sui trucchi usati dagli illusionisti la sa davvero lunga.

Travolti da action movie fracassoni, da supereroi stucchevoli e da mostri (de)generati al computer finalmente un film che decide di intrattenere, nulla di più, attraverso dialoghi frizzanti, trovate continue, giochi disvelati tutto per la gioia di uno spettatore troppo spesso trattato come ancora frequentante la scuola primaria.
Non che manchino effetti speciali, raduni oceanici e meccanismi narrativi oliati, solo che tutto è composto con un garbo e un’eleganza che troppi film hanno smarrito per strada, dimenticando il cinema per cercare solo scorciatoie da box office massiccio determinato dai multiplex alla mordi e fuggi.

Storie di questo genere rischiano però di cadere nel déjà vu, qui invece ci si tiene alla larga, puntando sullo spiazzamento, la sorpresa, l’imprevediilità e ogni volta l’obiettivo è centrato, come per magia, con dialoghi cesellati. Forse solo il finale paga pegno perché oltremodo difficile chiudere il tutto con un epilogo all’altezza. Poco male, perché qui il divertimento è garantito nel corso della vicenda e solo i perversi si lambiccheranno per capire quello che di lì a poco viene mostrato.
Poi, oltre al puro divertimento, ci sono dei risvolti che rappresentano piccole vendette. La prima sta in Louis Leterrier, un regista francese che opera negli Stati uniti, il paese che detesta i galletti per il loro non essere sempre allineati.

La grande rapina infatti ha come sfondo la Francia e Parigi. C’è poi un risarcimento, fantasioso ma significativo, nei confronti degli abitanti di New Orleans devastati dall’uragano Katrina e dall’avidità umana. Tutti motivi in più per apprezzare un film inaspettato.E ancora, bisogna dare un’occhiata a un cast magnifico. Jesse Eisenberg è passato dalle magie di Facebook e quelle delle carte da gioco rivelandosi abilissimo anche in questo caso. Dave Franco intorta sui battelli, Isla Fisher apre lucchetti e Woody Harrelson meriterebbe l’oscar per la sua interpretazione dell’ipnotizzatore (che si aggiunge a prove recenti sempre più geniali).

Poi c’è Mark Ruffalo ruvido agente, Mélanie Laurent fiancheggiatrice made in France e un Morgan Freeman capace ormai di recitare con efficacia anche solo accennando un sorriso, oltre alla presenza iconica di Michael Caine in veste di grande imprenditore. Quasi due ore di buon cinema cinema.