Mentre una parte della Lega, più pragmatica, chiede a Salvini di riallineare il movimento sui binari della razionalità scientifica, un’altra continua ad ammiccare a chi diffida dei vaccini e propone terapie alternative per curare il Covid-19. Grazie all’appoggio del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, della senatrice Roberta Ferrero e del senatore Alberto Bagnai (tutti della Lega) ieri il Senato ha ospitato l’International Covid Summit, un convegno-passerella per quei medici popolarissimi sui social network che da tempo sostengono che dal Covid-19 si possa guarire a casa con farmaci alternativi boicottati dalla scienza ufficiale.

A riunirli è stato Mauro Rango, ideatore del movimento Ippocrateorg nato – come recita il suo testo fondativo – per «scalfire il velo che ci separa dalla realtà». Rango in realtà non è un medico (ha una laurea in scienze politiche) e ha assistito alla prima ondata del Covid-19 dalle isole Mauritius in cui viveva. Non è un medico nemmeno Andrea Stramezzi, dentista e notissimo «terapista domiciliare» che prescrive farmaci a distanza senza una visita: «In questo momento seguo contemporaneamente un paziente in Belgio, uno a Rio De Janeiro, uno in Grecia e uno a Dubai» ha detto in Senato senza battere ciglio. Gli ingredienti delle terapie alternative sono sempre gli stessi: idrossiclorochina, ivermectina, azitromicina e vitamina D. Tutti sconfessati dai test clinici delle agenzie sanitarie di tutto il mondo.

Smontare lo storytelling di questi «guaritori» non è facile: per fortuna, dal Covid la gran parte dei pazienti guarisce naturalmente e questo, come per la medicina omeopatica usata contro il raffreddore, può dare l’impressione che i farmaci siano stati efficaci. Ma sostenerne le ragioni rappresenta per la Lega un’utile strizzata d’occhio ai No Vax: perché se la cura del Covid-19 esiste, a che serve vaccinarsi?