Ora gli attacchi dell’Isis potrebbero arrivare dal cielo. A dirlo è l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani che cita testimoni che avrebbero visto miliziani dello Stato Islamico prendere lezioni di volo da ex soldati dell’esercito iracheno unitisi alle file di al-Baghdadi. I voli a bordo di tre jet militari confiscati in una base militare sarebbero avvenuti a nord di Aleppo.

Una notizia che se confermata non migliorerebbe le chance di vittoria della coalizione. Soprattutto in Iraq, dove a peggiorare la situazione è l’esercito iracheno: i comandi militari hanno fatto ritirare le unità di stanza ad Anbar, lasciando metà del capoluogo Ramadi sotto il controllo Isis e limitandosi a imporre il coprifuoco sulla città. Se Ramadi dovesse cadere, lo Stato Islamico controllerebbe il corridoio lungo il confine siriano e i dintorni della capitale.

Da parte sua Baghdad risponde peggiorando i settarismi interni: il governo centrale ha deciso di tagliare l’elettricità ad alcune comunità occupate dall’Isis per danneggiare gli islamisti. Il rischio è però di provocare la rabbia di una comunità, quella sunnita, già furiosa per anni di marginalizzazione politica: il taglio dei servizi la getterà tra le braccia jihadiste inasprendo il sentimento settario dell’Iraq. Migliore la situazione a Kobane, dove l’Isis – grazie alla resistenza kurda e ai rinnovati raid occidentali – è stato costretto a ritirarsi da gran parte dei quartieri occupati, concentrandosi a est.

«La città sarà presto libera», dice Baharin Kandal, comandante kurda.