A breve anche i cinesi potranno ridere e commentare le avventure di quattro futuri scienziati, impegnati presso il California Institute of Technology. Si tratta della serie tv The Bing Bang Theory, sit com americana che vede protagonisti quattro cervelloni, un po’ nerd e con poca dimestichezza alla vita sociale.

Si tratta di una novità importante per il mercato dello streaming on line, perché il prodotto arriva in Cina, dopo non poche peripezie. Lo scorso gennaio le autorità cinesi avevano deciso di rimuovere dai siti on line nazionali, le serie tv americane, tutte. La decisione era stata presa all’interno di un più generale campagna contro i «valori occidentali», che aveva finito per prendere di mira i prodotti stranieri. La scelta delle autorità locali – in verità – era motivata non solo da questioni «morali», in quanto era tesa a favorire le produzioni nazionali, rispetto a quelle estere. Il Global Times, giornale governativo, nato dall’ufficiale Quotidiano del Popolo, aveva specificato che «la rimozione delle serie televisive americane può dare origine a un maggior numero di produzioni locali».

I media locali avevano sottolineato che «la rimozione delle serie tv americane dai siti on streaming era iniziata lo scorso aprile, quando alcune fiction di successo come The Big Bang Theory e The Good Wife erano state rimosse, scatenando quella che gli osservatori hanno definito l’inizio di una supervisione on-line più serrata». Ma qualcosa nel frattempo è cambiato, dato che la popolare The Big Bang Theory diventerà «il primo programma televisivo statunitense a trasmettere legalmente sul web cinese sotto le nuove normative del paese». Come ha sottolineato il Guardian, al di là dell’aspetto «artistico», ci sono di mezzo parecchi soldi. Il mercato cinese fa gola a tutti, dato che «il settore dei video online in Cina ha generato un fatturato di 2,48 miliardi di dollari nel 2014, con un aumento del 76% rispetto all’anno precedente, e si prevede una crescità del quadruplo entro il 2018, raggiungendo 9,29 miliardi di dollari». Sohu, rappresentante legale di The Big Bang Theory in Cina, «ha più di 250 milioni di visitatori unici al mese. Gli internauti cinesi spendono un terzo del loro tempo on-line, per un totale di 5,7 miliardi ore,a guardare video».

I numeri del mercato cinese per quanto riguarda lo streaming on line hanno finito per generare aspettative clamorose, anche per colossi internazionali: il prezzo delle azioni di Netflix – ad esempio – erano cresciute ad un massimo storico, superando i 600 dollari, quando venne pubblicato un rapporto che annunciava il servizio di streaming on line anche in Cina. Da un lato dunque c’è l’apertura, definitiva, sebbene si tratti di un primo passo, di un mercato che pare sterminato (ne sa qualcosa Apple, i cui ricavi in fatto di smartphone dipendono in gran parte proprio dalle vendite in Cina) dall’altro è stato sottolineato come – evidentemente – la serie The Big Bang Theory abbia passato anche una sorta di «esame» da parte dei solerti censori cinesi. Come ha riportato il Guardian, «dopo aver visionato in anteprima gli ultimi episodi della sitcom, l’Amministrazione statale di stampa, pubblicazione, Radio, Film e Televisione, regolatore dei media cinesi, ha dato l’ok affinché l’ottava serie venga trasmessa su Sohu, conglomerato internet cinese, anche se le stagioni precedenti non saranno ancora disponibili».