La VII conferenza internazionale del movimento contadino La Vía Campesina (Lvc) in corso nei Paesi Baschi con 450 partecipanti da tutto il mondo, è stata preceduta dalla IV assemblea internazionale dei giovani contadini. Provenienti da 47 paesi, le nuove leve dell’agricoltura familiare e sostenibile si sono soffermate su varie sfide strutturali e sistemiche. In particolare due «crisi gemelle» interpellano i giovani agricoltori: il caos climatico e le migrazioni – quelle interne dalla campagna alla città, e quelle internazionali da Sud a Nord.

La rappresentante di Conavigua, del Guatemala, ha spiegato come la mancanza di opportunità porti i giovani delle campagne a rischiare la vita per raggiungere Messico, Usa, Canada; i cambiamenti climatici aggravano il fenomeno. Ma i modelli di agro-ecologia, capaci di resilienza perfino di fronte ai cambiamenti climatici e in grado di riconciliare la dignità dei lavoratori con la produzione di alimenti e la tutela degli ecosistemi, possono invertire il trend; perfino quello delle migrazioni interne in Europa, ha sostenuto la Landworker’s Alliance, branca britannica della Vía Campesina. Nel nostro continente l’età media degli agricoltori è intorno ai sessant’anni; in Gran Bretagna, ad esempio, solo il 4% degli agricoltori ha meno di 35 anni (e solo l’1% della popolazione coltiva la terra).

L’agro-ecologia insomma come strategia vincente, insieme agli investimenti nelle nuove generazioni rurali e alla promozione di una riforma agraria che consenta l’accesso alla terra e ai territori.

E intanto La Vía Campesina sta promuovendo presso il Consiglio dei diritti umani a Ginevra una Dichiarazione sui diritti degli agricoltori e degli altri lavoratori rurali, che comprenderà l’impegno ad adottare misure contro l’accaparramento delle terre, i deficit nella riforma agraria, le politiche di sviluppo rurale, la criminalizzazione dei movimenti.