Internazionale

I giornali su Facebook. Salvini, soldi e… stronzate

I giornali su Facebook. Salvini, soldi e… stronzateIl tasso di coinvolgimento (engagement) giornaliero sulle pagine delle testate analizzate – Data Media Hub

Le «tre S» dei commenti Un’analisi di Data Media Hub sulle pagine social dei principali quotidiani italiani

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 23 novembre 2018

La ricerca pubblicata qualche giorno fa dal gruppo di analisti di Data Media Hub (Dmh) sulle pagine facebook dei principali quotidiani italiani cartacei e digitali dice alcune cose chiare: il numero di fan (i 300mila o i 3 milioni di «mi piace») è una vanity metric, un indicatore inutile, che non ha alcun nesso né con le vendite in edicola né con l’engagement, cioè l’interazione del pubblico con ciò che si pubblica (i post).

Ma i ricercatori – che hanno monitorato per un mese, dal 27 settembre al 26 ottobre, le fanpage di venti quotidiani cartacei e digitali (qui non presi in esame) – hanno dimostrato anche altro: il ritmo di pubblicazione dei «newsbrand» (le testate) è parossistico (il Giornale pubblica 170 post al giorno, il Fatto 90 etc.) ma monodirezionale.

Nella quasi totalità dei casi le pagine sono, secondo Dmh, una «discarica di link» verso il proprio sito nel tentativo di agguantare traffico.

Un mix povero e poco fantasioso, anche a costo di lasciar sfogare i propri «fan» con parolacce o commenti xenofobi.

Non emerge alcun nesso tra il numero di post e il tasso di coinvolgimento sulle diverse testate.

È infatti quasi del tutto assente una «gestione» della community, con pochissime risposte ai lettori (il record è de La Stampa con 55 in un mese, il Sole ne dà 38, Repubblica 3 e il manifesto ahinoi solo 2).

[do action=”citazione”]Delle 20 testate esaminate, 4 non hanno mai interagito con i commenti dei lettori: HuffPost Italia, Ansa, Libero e Linkiesta[/do]

Sono network molto «poco social», in cui il dialogo di fatto non c’è. Una discarica anche di risentimento sociale, in cui non mancano gli insulti.

Un vociare povero ma rumoroso.

In un mese si sono registrati 2,6 milioni di commenti, 4,1 mln di condivisioni e 8,4 mln di like (la faccina che ride la più usata). In questa mole di parole in libertà i termini più frequenti sono stati: «Salvini», «soldi» e «coglione».

Segno che nessun editore italiano ha una reale strategia social. Con il paradosso che (anche) attraverso quelle fanpage l’algoritmo di Facebook arriva a sapere tutto dei lettori, mentre i giornali urlano nel cyberspazio alla ricerca di un clic perduto.

Il report sui giornali principali

Repubblica, la fanpage più grande e più «coinvolgente»

Dei contenuti postati da Repubblica il 93,5% sono link, il 3,9% immagini e il 2,6% video. Il post che nel periodo di osservazione ha generato il maggior engagement è quello relativo alla presenza di Mimmo Lucano ospite di Fabio Fazio.

La nuvola di parole dei termini più ricorrenti nei commenti restituisce un ampio utilizzo di parolacce. Evidenza di assenza di moderazione.

I link contenuti nei post puntano nel 31,2% dei casi al sito del quotidiano, nel 13,9% alla sezione video del sito, nel 10,6% dei casi alla sezione Rep – a pagamento. Il resto dei link puntano alle diverse sezioni di cronaca locale del sito eccezion fatta per il 3,8% dei casi nei quali invece si effettua cross promotion con il sito di HuffPost Italia.

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 3,68%. Il più elevato tra tutte le testate prese in esame.

Il manifesto, una pagina controcorrente e antirazzista

Il manifesto è la testata con il minor volume di contenuti distribuiti su Facebook – l’80,4% sono immagini, il 12,5% link e il 7,1% video.

Un approccio completamente diverso dalle altre testate.

Il post che ha generato il maggior coinvolgimento è la vignetta del 20 ottobre di Biani per l’argento della nazionale femminile di volley. Post che ottiene 123 commenti, 8.902 condivisioni, e 9.495 reaction, delle quali 1.114 di «amore».

[do action=”citazione”]Al manifesto non abbiamo una strategia definita sui social. Ma abbiamo uno stile diverso da tutti gli altri. L’80% dei nostri post sono le vignette di Mauro Biani[/do]

La nuvola di parole dei termini più ricorrenti nei commenti restituisce un panorama molto diverso da quello delle altre testate, con proprio «il manifesto» a essere il termine più ricorrente , e parole quali «razzismo» e/o «razzista» ampiamente citate, in chiave negativa ovviamente. Il tasso di engagement medio giornaliero è del 1,26%.

Un buon risultato a fronte di volumi molto più bassi degli altri giornali.

CorSera, il vicepremier piace parecchio. E il Pd fa rabbia

Dei contenuti postati dal CorSera il 91,6% sono link, il 4,2% immagini, il 3,8% video, e lo 0,4% solo testo.

Il post che ha generato maggior engagement è relativo alla manifestazione del Pd dello scorso 30 settembre, che ha ottenuto 776 condivisioni, 6.966 reaction (delle quali 1.468 di rabbia), e ben 16.292 commenti, molti dei quali decisamente «fuori dalle righe», non moderati.

La nuvola di parole dei commenti restituisce la centralità di Salvini nelle discussioni.

Il vicepremier è associato prevalentemente ad un sentiment neutro. I link contenuti nei post puntano nel 56,2% dei casi al sito del giornale, nel 9,6% dei casi alla sezione video del sito, e nel 14,9% dei casi alle edizioni locali del sito. L’1,1% dei link punta invece verso la sezione Io Donna.

La Stampa, piemontesi tricolori e molto cortesi

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 1.61%.

Dei contenuti postati da La Stampa l’84,2% sono link, il 13,8% immagini, l’1,2% video, e lo 0,8% solo testo. Il post con più engagement è del 14 ottobre sulla puntata di Piero Angela sui rastrellamenti degli ebrei. Post che in realtà porta a HuffPost Italia, sempre del Gruppo Gedi.

La nuvola di parole nei commenti restituisce la centralità del termine «soldi» (3% delle conversazioni), «Italia» (2,7%) e «italiani» (2,3%). I link contenuti nei post puntano nel 66,5% dei casi al sito del quotidiano la maggioranza degli altri link puntano ad altre testate del Gruppo Gedi ma non ai quotidiani locali.

La Stampa è la testata che più interagisce con il proprio pubblico su Facebook.

Sole24Ore, molti link e molto «denaro», ma negativo

Dei contenuti postati dal Sole24Ore il 95,9% sono link, il 3,2% immagini, lo 0,9% video e lo 0,1% solo testo.

Il post con più engagement è del 28 settembre, sul calo della borsa e l’innalzamento dello spread.

La nuvola di parole nei commenti restituisce la centralità del termine «soldi» che ha una ricorrenza del 3,7%. Termine che è associato prevalentemente a un sentiment negativo.

I link contenuti nei post puntano nel 69,2% dei casi al sito del quotidiano di Confindustria, nel 7,2% dei casi alla sezione Alley Oop, blog verticale al femminile e nel 3,5% dei casi a InfoData, la sezione di data journalism del giornale. Il Fatto Quotidiano, YouTube e Wikipedia sono invece i link più ricorrenti nei commenti delle persone.

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 1.88%.

Avvenire, papa superstar e l’unica bacheca con il «galateo»

Dei contenuti postati da Avvenire il 91,4% sono link, il 7,5% immagini, lo 0,7% video, e lo 0,4% solo testo.

Il post con il maggior coinvolgimento è del 29 settembre sulla richiesta ai fedeli da parte del Papa di recitare quotidianamente il Rosario nel mese di ottobre.

Avvenire ha in bella mostra «il galateo social», la social media policy che regola il confronto e la convivenza. Un’ottima scelta, purtroppo solitaria.

Nella nuvola dei termini più ricorrenti «Papa», «Chiesa», etc.

Nonostante un numero di post molto inferiore alla maggior parte delle altre testate, il tasso di engagement medio giornaliero è tra i più elevati al 2,02%.

Libero, tante parolacce e razzismo non moderato

Dei contenuti postati da Libero il 96,2% sono link, l’1,9% video, l’1,9% immagini.

Il post che ha generato più coinvolgimento è del 25 ottobre, sullo «sfogo» di Facchinetti per l’omicidio di Desirée.

Nella «nuvola» di parole è centrale Salvini, che viene citato nel 6,5% dei casi. Si rileva anche una buona frequenza di termini quali «stronzate» e altro che evidenzia chiare carenze nella moderazione anche in su dichiarazioni razziste e/o xenofobe.

I link contenuti nei post puntano nell’82% dei casi al sito e nel 9,4% dei casi alla sezione video. Il tasso di engagement medio giornaliero è del 0.54%. Il più basso in assoluto tra i dieci quotidiani.

Il Giornale, salsa leghista a un ritmo infernale

Il Giornale è la testata con il maggior volume di post in assoluto: 5.112, 170 al giorno. Il 96,4% sono link, il 3,2% video, e lo 0,4 immagini.

Il post più coinvolgente è sulla sentenza del tribunale dei ministri per il caso Salvini- Diciotti. La «nuvola» dei termini più ricorrenti restituisce, ancora una volta, la centralità di Salvini, citato nel 3,5% dei casi.

I link nei post puntano nell’88% dei casi al sito, nel 3,8% alla sezione dedicata ai reportage di guerra finanziati dai lettori e nel 2,3% ai blog.

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 2,77% (il secondo dopo Repubblica) ma come emerge dall’analisi qualitativa è evidente che lascia via libera a insulti e parolacce.

Fatto quotidiano, abbasso i vitalizi ma anche i soldi. E spunta rep.it

Dei contenuti postati dal Fatto il 95,8% sono link, il 2,6% immagini, l’1,1% video e lo 0,5% solo testo.

Il post che ha generato più coinvolgimento è quello sul taglio dei vitalizi del 16 ottobre.

La nuvola di parole restituisce, ancora una volta, la centralità del termine «soldi», come per La Stampa e il Sole24Ore. Anche in questo caso alla parola è associato un sentiment prevalentemente negativo.

I link dei post puntano nell’81% dei casi al sito del Fatto, per il 7,7% a FQ Magazine, e nel 1.2% alla sezione premium del sito. YouTube, Il Sole24Ore e Repubblica sono i siti più linkati nei commenti delle persone.

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 2,51%.

Gazzetta dello Sport, contenuti ben mixati e Juventus al top

Dei contenuti postati dalla Gazzetta dello Sport il 76,2% sono link, il 14,1% immagini, il 9,5% video, e lo 0,2% solo testo. Il mix più «ricco» tra i quotidiani.

Il post più coinvolgente è del 6 ottobre, sulla vittoria della nazionale di basket degli atleti con sindrome di Down, con buona pace per coloro che ritengono che i social siano solo un luogo di odio.

Nella «nuvola» dei commenti ci sono le principali squadre di calcio. Al top la Juventus con il 4% del totale.

Il tasso di engagement medio giornaliero è del 1,13%.

Rispetto alle altre fanpage dei quotidiani nazionali c’è una forte preponderanza di like rispetto a commenti e condivisioni.

 

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento