È come entrare in una sorta di wunderkammer ipnotica, alla mostra Whisper Only to You che l’artista sud-coreana Yeesookyung (Seoul, 1963) ha concepito per il Madre di Napoli. Curata da Sabrina Rastelli e Andrea Viliani e aperta fino al 13 gennaio 2020, ha il pregio di generare stupore, per l’assoluta deviazione dalle mostre correnti e per la sorpresa che davanti a tanta immaginazione induce nel fruitore, lasciandolo ammaliato.

IL GRUPPO SCULTOREO della serie Moonlight Crown (2018) che è posto nella prima sala è seducente ed è ispirato a una frase dello scrittore americano Isaac Singer: «Se la verità esiste, è intricata e nascosta come una corona di piume». In ogni scultura che è strutturata a sfera, poggiata su un basamento, e dalla quale si innalza un elemento cuspidale, si avverte la frenesia (e la qualità) di una decorazione preziosa e allegorica, ricca di intensità visiva e di storia evocativa. Le sfere nella loro diversità, sono ricoperte da una simbologia rizomatica: angeli in schiera e in progressione dimensionale, mani allineate, ali, stelle, raggi, draghi e serpenti, maschere e leoni, cuori e corone che sfuggono a una iconografia univoca. E ancora, specchietti incorniciati in corone di foglia d’oro che fungono da terminali e riflettono psichedelicamente l’osservatore che si riflette in essi.
I materiali che ricoprono tanta vastità di elementi fluiscono tra loro. Ottone, acciaio, vetro, epossido, legno, piuma, specchio, perla, foglia d’oro 24k, madreperla, legno, resina, cristallo vengono giustapposti in modo da costituire degli oggetti ansiosi e stranianti, carichi di memoria e prefiguranti il futuro. Yeesookyung ha poi esposto il video Whisper Only to You, che dà il titolo alla mostra, in una sala accanto, preceduto da Thousand Leaves (2018), un paravento bianco, affiancato dalla radice di un albero e dalla sua copia realizzata con una stampante in 3D. Così come in 3D è realizzata Bari (2019), la sognante testa femminile in foglia d’oro accanto al video, che è un flusso di disegni in rosso cinabro sostenuto da una voce, fuoricampo, che sussurra una storia infinita.

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L’ITER SI CONCLUDE con una bislacca scultura della serie Translated Vase, posizionata davanti all’acrilico coloratissimo Past Life Regression Painting_Saint, Making a Crystal Ball with the Impurity of the World (2015). È ispirata a un’esperienza di ipnosi regressiva, grazie alla quale Yeesookyung ha cercato di far riemergere le tracce di vite precedenti sepolte nel suo subconscio.
La scultura di ceramica rimanda alle tecniche di recupero e di restauro. È dal 2001, infatti, che Yeesookyung studia come i maestri ceramisti coreani tendano a distruggere gli oggetti sfornati con piccole imperfezioni (vasi, teiere, tazze, piatti, eccetera) per qualificare il livello dei manufatti. L’artista ha così iniziato a raccoglierne i frammenti per poi riassemblarli in mirabolanti sculture. In questa operazione di assemblaggio, Yeesookyung, rifinisce i punti di congiunzione con alcune sottili applicazioni di foglia d’oro a 24 carati, riproducendo la millenaria tecnica giapponese del kintsugi.

COME L’ARTISTA STESSA ha dichiarato, tale ricostituzione le è stata evocata dal mitico romanzo Frankenstein di Mary Shelley e dal ritratto Antea (1535 circa) del Parmigianino, conservato al museo di Capodimonte. Proprio nelle sale del museo e Real Bosco si estende il resto dell’esposizione di Yeesookyung (curata da Sabrina Rastelli, Paola Giusti e Maria Rosaria Sansone) dove la serie Translated Vase – composta da quattro sculture – è stata realizzata appositamente «ricucendo» gli scarti settecenteschi della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte. Un’operazione che allude alla capacità di ricucire le ferite e i fallimenti dell’esistenza. Rovesciare le mancanze in presenze, i vuoti in pieni. Nella sua filosofia resiliente e suggestiva, Yeesookyung, artista internazionalmente riconosciuta, ha lasciato a Napoli una traccia di grande cultura. Insieme alla personale dell’artista sud-coreana, il Madre offre un omaggio alla divina coreografa tedesca: Pina Bausch. Ensembles, una video-installazione a cinque canali che percorre, emozionalmente, gli spettacoli del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
Queste due bellissime rassegne suggellano la direzione al Madre, rigorosa e speciale, di Andrea Viliani che dal 2020 sarà sostituito dalla neo-direttrice Kathryn Wei.