Quanti soldi il governo Renzi darà a Roma? Gli stessi sia nel caso vincesse Virginia Raggi sia nel caso vincesse Roberto Giachetti? Probabilmente Giachetti Sindaco (rispetto a Raggi) otterrebbe da Renzi più fondi per la capitale. Analogamente Sala Sindaco (rispetto a Parisi) potrebbe ottenere dal governo più fondi per Milano. La ministra Boschi, a Maria Latella a SkyTg24, ha detto: «Se vince Appendino, Torino perde 250 milioni stanziati dal governo per creare il Parco della Salute». E a Napoli Gianni Lettieri potrebbe ottenere più risorse rispetto a Luigi de Magistris.

La questione delle risorse ai comuni si lega alla gestione dei Fondi Ue. Il Sindaco di Roma dovrebbe ispirarsi a Berlino: la capitale tedesca gestisce direttamente i Fondi europei e programma il suo sviluppo; questo dovrebbe chiedere il sindaco romano prima di pensare alle Olimpiadi. Stessa ambizione dovrebbero avere Napoli, Milano e Torino. Tutti i candidati promettono che useranno bene i Fondi Ue per rilanciare le economie locali. Dovrebbero ricordare il celebre motto di Luigi Einaudi «Conoscere per deliberare»: tale motto ispirò Marco Pannella e informa la programmazione di Radio Radicale. Purtroppo molti candidati non si ispirano a Einaudi e Pannella e dichiarano: «Chiederemo i Fondi europei a Bruxelles!».

Chi chiede i Fondi Ue a Bruxelles non centra il bersaglio perché Bruxelles ne gestisce la parte minore. Esistono due tipi di Fondi Europei: 1) quelli a gestione diretta della Commissione europea; 2) quelli a gestione indiretta: sono programmati dai ministeri tramite i Programmi operativi nazionali (Pon) e dalle regioni tramite i Programmi operativi regionali (Por): l’Italia, per il ciclo 2014-2020, ha 42 miliardi europei più il cofinanziamento nazionale. Poiché la maggior parte dei soldi Ue è programmata da regioni e ministeri, i quattro Sindaci dovrebbero gestirne direttamente una quota in proporzione alla popolazione delle loro città.

Per il 2014-2020, la regione Lazio gestisce direttamente 2,595 miliardi: 902 milioni del programma cofinanziato dal Fse (Fondo sociale europeo), 913 milioni del programma cofinanziato dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), 780 milioni del piano cofinanziato dal Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale). I romani sono 2,872 milioni, il 48,7% dei 5,891 milioni di cittadini laziali. Pro quota abitanti a Roma spettano 1265 milioni, il 48,7% dei 2,595 miliardi della regione Lazio. Si potrebbe obiettare che Berlino fa Land (regione) a sé. Tuttavia, come previsto dai regolamenti Ue, il sindaco di Roma può concordare con la regione Lazio la nomina di Roma a Organismo intermedio: Roma diverrebbe centro autonomo di programmazione e gestirebbe direttamente i tre fondi succitati. Ciò è già avvenuto per il Fse.

Nel ciclo 2007-2013 la regione Lazio nominò le cinque Province laziali Organismo intermedio del Programma Fse: esse gestirono autonomamente la loro quota di soldi. Roma potrebbe ristrutturare le scuole direttamente e non aspettare un bando dalla regione. Inoltre Roma potrebbe imitare Berlino: lì la Ibb (Investition Bank Berlin), banca di proprietà pubblica del Land di Berlino, gestisce direttamente i Fondi europei: la Ibb promuove sviluppo erogando soldi europei alle aziende che investono a Berlino. Qualora il Sindaco di Roma programmasse direttamente i suddetti 1265 milioni sarebbe l’unico responsabile dello sviluppo romano: nel caso spendesse poco e male i Fondi Ue la responsabilità sarebbe solo sua.

Vediamo la Campania; per il 2014-2020 gestisce direttamente 6,786 miliardi: 837 milioni del programma Fse, 4113 milioni del programma Fesr, 1836 milioni del piano Feasr. I napoletani sono 974 mila, il 16,59% dei 5,869 milioni di cittadini campani. Pro quota abitanti a Napoli spettano 1125 milioni: il 16,59% di 6,786 miliardi. Qualora Napoli gestisse direttamente 1125 milioni, il sindaco napoletano non potrebbe più addebitare al presidente campano De Luca la lentezza nel trasferire le risorse dalla regione al comune: se spendesse poco e male i Fondi Ue sarebbe l’unico responsabile.

Vediamo il Nord. La Lombardia, per il 2014-2020, ha 3,098 miliardi: 970 milioni di programma Fse, 1158 milioni di Piano Feasr, 970 milioni di programma Fesr. I milanesi sono 1345 mila, il 13,44% dei 10 milioni di cittadini lombardi. A Milano spettano 416 milioni, il 13,44% di 3,098 miliardi. Se Stefano Parisi fosse eletto sindaco probabilmente il Presidente lombardo Maroni concederebbe a Milano la gestione diretta di 416 milioni.

Infine il Piemonte, per il 2014-2020, avrà 2931 milioni: 872,2 milioni di programma Fse, 965,8 milioni di programma Fesr, 1092,9 milioni di Piano Feasr. I torinesi sono 890 mila, il 20,11% dei 4,424 milioni di cittadini piemontesi. Pro quota abitanti, a Torino spettano 589 milioni, il 20,11% di 2931 milioni. Chiara Appendino vuole destinare 5 milioni per l’assunzione di giovani nelle piccole imprese torinesi. Può fare di più con quei 589 milioni.