Divisa fra i boschi polacchi e la città – Varsavia – e fra passato e presente, la miniserie The Woods (intitolato in Italia Estate di morte) ha da poco debuttato su Netflix, quarto titolo creato per la piattaforma streaming dallo scrittore Harlan Coben (anche produttore esecutivo) a partire da un suo romanzo.

IN «THE WOODS» però – diretto da Leszek Dawid e Bartosz Konopka – l’ambientazione originale nel New Jersey viene sostituita dalla Polonia, nella quale la trama thriller sviluppata per il piccolo schermo da Agata Malesinska e Wojciech Miłoszewski viene usata anche con l’ambizione di raccontare il controluce il paese e le sue zone oscure.

I boschi che danno il titolo alla serie sono quelli dove si trovano un gruppo di adolescenti durante un campo estivo nel 1994: i toni pastello della fotografia li colgono nella prospettiva della nostalgia: i primi amori, le amicizie, le rivalità e le notti passate senza dormire mai – ma anche le differenze di classe che si insinuano nei rapporti e l’inconsapevolezza di trovarsi su una linea d’ombra oltre la quale niente sarà più come prima.

Pawel (da ragazzo interpretato da Hubert Miłkowski, e da adulto da Grzegorz Damiecki) è uno degli adolescenti che passano l’estate al campo, insieme alla sorella Kamila e alla madre che ha una storia segreta con il supervisore della struttura, oltre che padre della ragazza di cui Pavel si invaghisce: Laura (Wiktoria Filus eAgnieszka Grochowska).

NEL 2019, diventato procuratore, ritroviamo Pawel che si aggira fra gli interni bui di Varsavia, dalle stanze dei tribunali alla casa disordinata dove abita con la figlia poco dopo la morte della moglie. È l’unico nella procura in cui lavora ad essere determinato a perseguire i due presunti stupratori di una ragazza quando questa li denuncia a mesi di distanza, dopo aver scoperto che circola un video di quella notte. «Una ragazza perbene non si farebbe fare quel tatuaggio sui glutei» dice a Pawel il difensore dei due ragazzi, rampolli di famiglie privilegiate, mentre il padre di uno di loro cerca di comprare la decisione di non rinviarli a giudizio – situazioni paradossali e al contempo dolorosamente reali, non dissimili da quelle raccontate da un’altra miniserie Netflix: Unbelievable.

A distanza di oltre vent’anni da quell’estate nei boschi, Pawel indaga però privatamente anche su un’altra tragedia, stavolta personale: la scomparsa della sorella Kamila. Il campo estivo, e con esso l’estate e l’adolescenza, si era infatti concluso con la sparizione di due dei ragazzi – fra cui la sorella del protagonista – e il ritrovamento nei boschi del cadavere di altri due.

E APPENA il corso superficialmente normale delle cose viene turbato dalla tragedia, emerge anche l’odio solo all’apparenza sopito, che si appunta sul supervisore ebreo e la sua famiglia. I quali nel rigurgito di un passato mai veramente trascorso diventano subito il capro espiatorio del fatto di sangue destinato a restare senza risposta fino ai nostri giorni. E cioè il 2019 in cui Pavel e Laura si ritrovano dopo anni per affrontare ancora una volta il segreto custodito dall’estate di tanto tempo prima.

A metà fra True Detective e Picnic a Hanging Rock, The Woods ambisce appunto a racchiudere fra i suoi misteri anche le «colpe» di un paese, e la storia di una generazione cresciuta a cavallo fra gli ultimi anni del comunismo, di cui però non sembra più restare alcuna traccia, e un mondo nuovo evocato dalla musica rock che anima le serate al campo estivo. Ma nel moltiplicarsi di piste da seguire e fantasmi del passato che tornano a infestare il presente The Woods perde paradossalmente proprio il suo mistero, affollando ogni ombra e ogni svolta sul percorso di un enigma da svelare.