Ho fatto delle ricerche: ho scoperto che gli antenati dei due carabinieri che hanno violentato le ragazze americane (ma proprio americane dovevano sceglierle? Se erano bielorusse, thailandesi o nigeriane c’erano meno problemi) sono anche loro discendenti dell’africana Lucy e delle successive migrazioni dall’Africa verso il resto del mondo, Italia compresa. 

Come recita l’inno Aiutiamoli a casa loro, scritto dal paroliere Minniti, musica Salvini, Feltri, Adolf H., i due carabinieri verranno al più presto rimpatriati in Kenia, Burkina, Gabon, a scelta, senza documenti, rigorosamente vaccinati, due settimane di stipendio, una confezione di preservativi e gli auguri di Mattarella.

La benemerita Ong NSF (Nei Secoli Fedele) il prossimo anno renderà conto dell’avvenuta integrazione dei due militi nella società africana (apprendimento della lingua e rispetto degli usi e leggi locali).

Non c’è bisogno invece di speciali indagini storiografiche per svelare l’enigma: il comandante generale dell’Arma, gen. Tullio Del Sette, non estraneo per conto suo alle aule giudiziarie, ha pomposamente dichiarato: Pagheranno il disonore commesso! E, fremendo, Comportamento indegno che infanga tutta l’Arma!

A piangere inebriata di sé e del disonore subito è dunque l’Arma, la vera vittima. Non le due donne il cui dolore è per sempre.