Settimana decisiva per il campionato tra positivi, sentenze e l’arrivo di nuovi capitali, aria fresca per le casse delle società. Domani va in campo la nazionale italiana a Bergamo contro l’Olanda e c’è l’Under 20 italiana che per volere della Figc prende il posto dell’Under 21, decimata dai casi di positività (cinque), domani contro l’Irlanda Under 21. Ma lo sguardo è proiettato verso il ritorno della Serie A, sabato con Napoli-Atalanta e con il derby di Milano.

Già, il derby. Ma si gioca? Al momento, secondo il discusso e discutibile protocollo approvato mesi fa dal comitato tecnico scientifico, ancora inviolabile per la Lega, a San Siro ci saranno luci accese anche con sei positivi tra gli interisti e due in casa Milan. Eppoi non è stato ancora disposto il rinvio di Verona-Genoa perché in base al protocollo i liguri con ancora 14 positivi potrebbero giocare la gara arrivando a 13 calciatori e un portiere con i ragazzi della primavera. L’ennesima prova che l’ipotesi di bolla per la Serie A, con sette club colpiti dal virus, è opzione più che concreta. Lanciando più di un occhio al modello Nba, che si è compattata per oltre tre mesi a Disneyworld, senza un solo caso positivo, salvando il prodotto dalla bancarotta.

Un format difficilmente replicabile, per costi (la bolla Nba è costata 150 milioni di dollari) e mancanza di una sede così estesa per tutti i club. E soprattutto non è soluzione gradita ai calciatori, ma va tutelata la continuità del campionato nonostante la forza del Covid che ieri si è portato via il papà di Francesco Totti, Enzo. E nel pacchetto bolla ci sarebbe – finalmente – anche la revisione della frequenza dei tamponi.

L’allentamento dei test, voluto da società e atleti, è una delle cause degli oltre cinquanta casi in Serie A nelle ultime settimane. Dunque, si riflette, mentre domani è atteso il verdetto del giudice sportivo su Juventus-Napoli, la partita che non si è giocata per l’intervento provvidenziale dell’Asl napoletana, che proibendo la trasferta dei campani ha evitato un potenziale focolaio a Torino. È la gara che ha aperto il vaso di Pandora sul protocollo, con la bolla svanita in pochi giorni alla Juve: sette calciatori via dall’isolamento, tra nazionale e casa. Potrebbe arrivare la sconfitta a tavolino per il Napoli, facilmente ribaltabile perché tutti i soggetti interessati ribadiscono il potere dell’Asl di impedire lo svolgimento della gara per motivi di salute pubblica.

Dunque, tanti elementi sul tavolo per tutelare il prodotto Serie A, già colpito in giro per il mondo dall’immagine della Juventus in campo ad attendere il Napoli rinchiuso a Castelvolturno.

Anche perché oggi l’assemblea della Lega di A esaminerà le offerte arrivate dai fondi di investimento, potenziali soci delle società nella newco che andrà poi a gestire la vendita dei diritti televisivi del prossimo triennio del campionato.