«Non chiudete Radio Radicale, la nostra voce». A chiederlo con forza sono i detenuti dell’Úcciardone, il carcere di Palermo che venerdì ha ricevuto la visita di Rita Bernardini (giunta al 27° giorno di digiuno) e di altri esponenti del Prntt.

Sì, perché quando il 21 maggio prossimo scadrà la convenzione dell’emittente con il Mise per la trasmissione delle sedute parlamentari, se il governo giallo-bruno non troverà la «soluzione» annunciata dal ministro Di Maio, la «voce di tutte le voci» sarà costretta al silenzio. Stop al servizio pubblico che fornisce da 43 anni e fine di una lunga serie di battaglie politiche di cui nessun altro si occupa.

Per questo, per chiedere al governo almeno una proroga della convenzione in attesa di rinnovare la gara pubblica, e per difendere il pluralismo mediatico messo a rischio dall’azzeramento dei fondi per l’editoria che uccide il manifesto e i pochi altri editori puri d’Italia, oggi l’imperativo è essere a Piazza Mattei, a Roma.

Dalle 18 alle 22 sindacati, associazioni e cittadini si alterneranno in una maratona oratoria organizzata dalla Comunità ebraica a cui hanno aderito la Comunità di Sant’Egidio, Fnsi, Articolo 21, Stampa Romana e molti altri.